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Settestorie, inchieste targate Maggioni

Andrea Fagioli mercoledì 5 maggio 2021
Le testimonianze dei giovani affetti da disturbi alimentari sono spesso drammatiche. I loro racconti feriscono, come nel caso di Elena, che è arrivata a pesare 32 chili perché non accettava più il suo corpo. «E non ti sembra mai di toccare il fondo», confessa oggi con un filo di voce e lo sguardo perso. La paura di ingrassare non l'ha mai abbandonata. Ma non c'è solo l'anoressia. Di contro c'è la bulimia, la voracità nel mangiare. E quando si è grassi è più facile diventare vittime di bullismo e di pregiudizi, come fosse una colpa. Per cui, mentre tanto si parla di altre forme di discriminazione, è bene pensare anche a queste. Monica Maggioni ci ha pensato dedicando l'ultima puntata del suo Settestorie (il lunedì alle 23.30 su Rai 1) al tema «Corpi alla gogna», con ospiti in studio, servizi, un documentario e soprattutto le testimonianze dirette, perché, come dice il titolo del programma, l'importante sono le storie, che vanno raccontate con l'obiettivo di approfondire le questioni e scuotere le coscienze. Anche per questo Settestorie, in onda dal giugno 2020 per raccontare l'attualità trascurata a causa della pandemia, evita i dibattiti stile talk e punta sulla riflessione pacata nell'informalità della scenografia (con casse al posto degli sgabelli, vecchie valigie, un traliccio e del filo spinato) e nella varietà dei temi affrontati: dagli esteri alle grandi serie tv. La conduttrice, che è tornata al giornalismo dopo la "parantesi" della presidenza Rai, ha dedicato, ad esempio, una puntata intera al viaggio del Papa in Iraq, mentre in precedenza, per la rubrica "La conversazione", ha portato a spasso di notte per Roma Giuseppe Conte quand'era presidente del Consiglio e dopo di lui ministri e attori, dando sempre una personale impronta al programma, una sorta di marchio di fabbrica esplicitato con la sua presenza nella sigla e negli stacchi prima e dopo la pubblicità.