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Serve una generazione che sappia immaginare l'Italia futura

Maria Romana De Gasperi sabato 13 ottobre 2018

Ègià passata una settimana? Come scorre veloce il tempo quando c'è un impegno che ti richiama, un colloquio con un pubblico che non vedi e non sai se ci sia davvero, al quale può interessare ciò che scrivi. Si scrive per sé stessi, ma si spera in fondo di poter condividere con altri il proprio pensiero. C'è infine un po' di vanità. Anche i grandi autori di romanzi inventano il modo di raccontare storie, ma sempre usano come base fatti avvenuti a loro stessi o almeno già conosciuti. Non si inventa niente, si descrive anche quando si immagina e si crede che ciò che scrivi non sia mai avvenuto o sia materia realmente creata dal nulla. Alla fine si scopre che qualcosa già esisteva nella immaginazione dell'uomo e anche se mai ancora scritta.
La fantasia umana è infinita come quella di chi usa formule nuove per dare forma ad un intuito della propria mente che non ha confini né di spazio né di tempo. È questa una delle meraviglie del nostro spirito che può andare al largo, senza che ci sia un confine da non attraversare e ognuno, anche il più povero, abbia a disposizione un infinito gratuito, di cui non deve rendere conto. Facile dimenticare che abbiamo tutti il dovere di lavorare per mantenere le libertà costruite sulla fatica, la morte, il dolore dei nostri padri che hanno offerto la vita. I giovani non compreranno più i giornali e si accontentano delle notizie veloci del loro telefonino che si può far tacere se quello che trasmette non piace, quasi facendo così venissero cancellate anche nella realtà le notizie che non si vogliono conoscere. E forse la parte più delusa da ciò che viene offerto loro, va a cercare in spazi anche lontani nel mondo della scienza, della ricerca e dell'innovazione dove si offrono forme diverse di sistemi di vita, del lavoro, della famiglia. Forme che forse noi non comprendiamo nella loro novità positiva e vediamo ancora con occhi del passato.
La storia, quella scritta e quella che cerchiamo nelle rovine di altro tempo, ci insegna che l'umanità avrà infinite novità da scegliere e strade da inventare. Ma la storia di oggi, quella che offre la vita politica dei nostri paesi d'Europa non ha più la forza d'attrazione di un tempo e facilmente si lascia trascinare nelle negatività da chi ha voce più forte, mentre i giovani che hanno conosciuto i confini del nostro tempo, non vedono a quali libertà dovrebbero rinunciare se si perdesse l'abbraccio europeo. Mai come ora al nostro Paese serve una eco forte delle aspirazioni unitarie di un tempo.