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Sensore sottopelle previene l'ictus

AA. VV. giovedì 26 giugno 2014
Un sensore sottopelle. Non per il controllo del pensiero come potrebbe temere qualche futurologo apocalittico, ma assai più utilmente per prevenire molti casi di ictus e soprattutto le recidive. Lo hanno messo a punto i ricercatori del Policlinico Gemelli di Roma con i colleghi del Campus bio-medico e altri 55 centri in Europa, Canada e Usa. Il sensore messo sotto la cute registra aritmie "invisibili" ai metodi diagnostici tradizionali e asintomatiche, quindi più subdole. Pubblicato sulla prestigiosa rivista New England Journal of Medicine, lo studio rappresenta la più grossa sperimentazione clinica a livello globale su questo fronte ed è stato condotto dal professor Tommaso Sanna, cardiologo del Gemelli, in collaborazione con Vincenzo Di Lazzaro, neurologo del Campus. Il minuscolo sistema di monitoraggio può essere "interrogato" dal paziente stesso. L'accensione di una spia segnala che è in corso un'aritmia. Il soggetto può così recarsi tempestivamente in ospedale. L'apparecchio può anche trasmettere l'elettrocardiogramma per via telefonica al medico. In Italia si verifica un ictus ogni tre minuti: è la terza causa di morte e la più frequente causa di disabilità permanente negli adulti. «Con il nostro studio – spiega Sanna – abbiamo osservato che nell'arco di 3 anni da un ictus ischemico senza causa nota, il 30% dei pazienti presenta almeno un episodio di fibrillazione atriale, che in quasi l'80% dei casi è asintomatica». E che potrebbe essere alla base del primo ictus, ma anche segno che il paziente rischia di averne un secondo.