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Se l'eugenetica è un atto di compassione

Pier Giorgio Liverani domenica 29 aprile 2012
L'ultima novità in fatto di linguaggi è il tentativo del prof. Carlo Flamigni (la Gazzetta di Reggio, sabato 21) di rovesciare sui cattolici l'accusa di parlare un'antilingua. La trovata, però, è un po' tragicomica, perché per ottenere questo risultato, lui usa l'Antilingua: quella vera. Comincia con «"Laicismo", che molti cattolici usano in senso spregiativo», ma che «per il vocabolario non si distingue dalla laicità» (primo errore), la quale «ha un significato né buono né cattivo» (secondo errore: il suo vero significato è più che buono). Viene poi l'"eugenetica", che «per la Chiesa è una selezione impropria volta ad eliminare creature attraverso l'aborto o la selezione degli embrioni mentre, a rigore, designa una pratica imposta dagli Stati totalitari». Invece «per noi (leggi: per loro) impedire certe nascite per avere un figlio non perfetto, ma semplicemente normale, è un atto di compassione». Sembra proprio che Flamigni abbia voluto dimostrare l'esattezza della definizione dell'Antilingua: «Parole dette per non dire quello che si ha paura di dire». In questo caso "eugenetica". Ma c'è dell'altro: la parola "eterologa", che è nata e usata nell'ambiente della fecondazione artificiale umana, afferma Flamigni che, «secondo il dizionario, si riferisce ad organi appartenenti a un'altra specie vivente» e ne deduce che. questo tipo di inseminazione umana «viene assimilata a un rapporto con una bestia». Vero: finora si era praticata in zootecnia, ma non è colpa dei cattolici se adesso la si usa anche tra esseri umani. Secondo la Treccani, però, «eterologo [...] riferito alla fecondazione artificiale, [si usa] quando il seme proviene da un donatore e non dal partner». Un altro «tema caldo» è quello delle pillole abortive: «Vi sono medici che evitano di prescriverla, per timore che abbia effetti negativi sulla salute della donna»: più che altro, direi, su quella del figlio. Infine il «riconoscimento delle coppie di fatto». L'importante – riferisce la Gazzetta – è che Flamigni sostiene che si deve evitare «la parola matrimonio per designare questo tipo di legame. I diritti, però, devono essere gli stessi previsti per i coniugi». Questa, in italiano si chiama ipocrisia. ANGELI O FANTASMI?Non piacciono ai laicisti (ecco una differenza con i laici) i "Giardini degli Angeli", destinati da alcuni Comuni alla sepoltura dei resti dei bambini abortiti. A Napoli, il sindaco De Magistris ha parlato di «provvedimento oscurantista e strumentale compiuto speculando politicamente sulla sofferenza delle donne». E a Firenze la deputata radicale Donatella Poretti ha reagito così: «Il mio timore è che passi il messaggio che si è ammazzato un bambino». La verità fa paura, si sa. Se fosse vivo, forse Karl Marx scriverebbe nel suo "Manifesto": «Molti fantasmi si aggirano per l'Europa: i fantasmi dei bambini abortiti». Invece il Manifesto scrive: «Come se il feto fosse già persona in senso pieno». Preferirebbe che fosse soltanto metà o un quarto di persona.LA SCHEDATURAIl Manifesto, ma non è il solo, dedica un'intera pagina all'esplicito invito di Cesare Prandelli, C.T. della Nazionale, ai calciatori gay di fare "coming out" (venire allo scoperto) come gesto "anti-omofobico". Insomma, non più tutti uguali calciatori e basta, ma schedati: quello italiano, l'altro straniero, l'altro ancora extracomunitario, poi quello di colore, questo etero e quello gay. Proprio ciò che gli omofobi vogliono.