Rubriche

Se al filosofo manca la «grazia di stato»

Pier Giorgio Liverani domenica 12 giugno 2005
La "grazia di stato" è quello speciale dono divino " dice il Catechismo " che «accompagna l"esercizio delle responsabilità della vita cristiana e dei ministeri in seno alla Chiesa» (cfr Rm 12, 6-8). Secondo il filosofo Gianni Vattimo, il Papa ne sarebbe privo (La Stampa, venerdì 10). Infatti Benedetto XVI non ha «cambiato nulla per quanto riguarda l"essenza della famiglia, la morale sessuale, le unioni di fatto (anche quelle tra gay)» ed «è difficile che cambi in un futuro vicino la sua posizione sull"uso del profilattico, la possibilità delle donne di accedere al sacerdozio e altre simili questioni meramente disciplinari [...] senza connessione con il messaggio di Cristo. Per non parlare del babau del "relativismo", termine molto caro già a Ratzinger cardinale [...] È nell"interesse della Chiesa questa scelta di  chiusura totale? [...] Fino a quando la Chiesa potrà reggere senza ammettere le donne al sacerdozio?» Infine: la Chiesa «sappia riconoscere che Dio è dovunque vi sia carità anche senza verità dogmatiche». Vattimo s"informi: Dio è carità, ma non lo sarebbe se non fosse al tempo stesso verità. Filosofo, com"è noto, vuol dire amico della saggezza, ma la furia referendaria fa smontare, oltre alla dottrina cristiana, anche gli ètimi se ai filosofi manca la grazia di stato.
I MOTIVI IMMOTIVATIEcco i «cinque motivi per non disertare» elencati da Sabino Cassese sul Corriere della sera (martedì 7). 1° " «Si corre il rischio che una minoranza metta un"eventuale maggioranza nell"impossibilità di esprimere validamente le proprie scelte»: ma se una «maggioranza» non riesce a farlo, vuol dire che è minoranza. 2° " «Come si può affermare che le tre scelte hanno pari dignità?»: se tutte tre sono un diritto riconosciuto, significa che l"hanno. 3° " «Su quali basi si fonda l"interpretazione estensiva delle materie per cui non è ammesso il referendum?»: si fonda sui diritti costituzionali dell"uomo e confermati dalla Consulta nel respingere il referendum totalmente abrogativo. 4° " «Al referendum si può votare sì o no oppure scheda bianca. L"astensione serve solo a dare un sovrappiù di peso alla propria scelta, facendo fallire il referendum»: no, il non voto equivale a un voto sul referendum in sé. 5° " Chi si astiene «si priva della possibilità di esprimere la propria scelta in modo articolato, è costretto a un rifiuto in toto»: è ciò che vuole chi rifiuta il voto. Àhimé, il fondo di Cassese affonda.
LA SETTIMANA REFERENDARIA. Lunedì 6 " Umberto Veronesi, sul Corriere della sera: «La diagnosi sull"embrione eviterebbe moltissime gravidanze che sfociano in un aborto». Chi ha voluto l"aborto non ne dia la colpa a chi gli è stato sempre contrario. Martedì 7 " Fabio Bacchini, su l"Unità: «L"embrione è una persona potenziale che solo se gli consegniamo un futuro diventa reale»: chi ha il potere di negare la personalità a qualcuno? Mercoledì 8 " Emma Bonino sul Corriere: «Il figlio dell"eterologa è fortemente voluto»: voluto, però, non vuol dire accolto, infatti gli si fa l"analisi preimpianto. Giovedì 9 " Rossana Rossanda sul Manifesto: «Il tentativo di far mancare il quorum permette di controllare il voto: chi sta a casa può essere annotato dalla parrocchia». Rossana scambia la parrocchia per una cellula comunista. Venerdì 10 "  L"Unità: «Non so se l"embrione sia una persona. Me lo chiedo a volte anche per gli uomini. Buttiglione, per esempio, è una persona, un progetto di vita o un ammasso di cellule male assortite?» Firmato «Paolo Hendel, comico». Chissà che cosa (ridicola) sarà lui.Sabato 11 " L"Unità «L"unico modo per salvare la 194 è andare a votare». Ma non era la 40?