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Scaffale basso. Trasloco in biblioteca, le fiabe perdono pezzi

Rossana Sisti lunedì 8 novembre 2021

Il trasloco di una biblioteca è affare molto ma molto delicato. Si devono riempire montagne di scatoloni, essere precisi e indicare chiaramente il contenuto – fiabe, paura, scienze, storia…- perché quando si dovranno riallestire gli scaffali ogni confusione può ingarbugliare il lavoro. E poi ci sono gli oggetti dell’ultimo minuto, quelli chissà come rimasti in giro che vanno ricoverati in uno scatolone e poi si vedrà.

È l’inizio di Dov’è finita la mia zucca? scritta e illustrata da Emanuela Bussolati per l’editore Rrose Selavy dove si racconta del trasloco della biblioteca di Locunto di Sopra nella nuova sede di Locunto di Sotto e dell’infinità di oggetti strani che, via i libri, sono rimasti in giro: una scarpetta di cristallo e una di raso rosso, un soldatino di piombo e uno stivale enorme, un pesciolino d’oro e un usignolo a molla, un vecchio flauto e uno schiaccianoci, un fuso appuntito, una mela rossa e un abbecedario mai usato. E tanto altro ancora. Nene la bibliotecaria è più che sorpresa: da dove arrivano tutti questi oggetti? E se fossero scivolati dalle pagine delle fiabe, i libri più amati e sfogliati dai bambini? Come correre ai ripari? Con un’aiutante speciale tutto sarà più semplice. Una scrittura lieve quella di Emanela Bussolati, nelle parole e nelle illustrazioni inconfondibili, che porta i più piccoli nell’atmosfera magica delle fiabe e della biblioteca custode di quella magia che va ricomposta con cura per continuare a stregare i lettori. Dai 5 anni

È un libriccino cartonato , con gli angoli arrotondati dove ogni pagina illustrata a colori vivaci da Caroline Dall’Ava racchiude più di una sorpresa, rispondendo in modo curioso all’interrogativo espresso nel titolo, Chi sono? (Terre Di Mezzo; 13,50). Domanda che non presuppone mai risposte univoche, perché ciascuno pur essendo una persona unica e irripetibile è anche i tanti ruoli che impersona. “A casa sono una mamma” . “Al lavoro sono una dottoressa”. “Per te sono sempre il papà”. “Per loro (i nonni) sono sempre un figlio”. “Al parco sono un bimbo scatenato”. “A scuola sono un bravo alunno”. “Al mio paese sono uno di qui”. “Altrove sono uno che viene da lontano”.

Divertente, perché in questo gioco un sistema di fustelle evidenza i visi e permette di dare continuità alle figure dei personaggi in ogni cambio di situazione. Una lettura giocosa da condividere tra adulti e bambini per scoprire insieme che ciascuno pur rimanendo sempre se stesso, in momenti e ambienti diversi – in famiglia, a scuola o sul lavoro - può giocare liberamente ruoli differenti che spesso si sommano e si sovrappongono. E magari occasione per continuare il gioco immaginando personaggi e situazioni con la propria fantasia. Dai 4 anni

L’editrice Sinnos non è nuova a questo format: progetti di libri-gioco rivolti ai piccolissimi che contengono storie da ricostruire attraverso una sequenza di carte da comporre, leggere e giocare. Dopo le carte-puzzle con protagonista il simpatico Merlo, realizzate da Gloria Francella con i testi di Giulio Fraboni ecco Un viaggio gattesco (11 euro), opera congiunta di Angela Cascio e Sergio Olivotti, dodici tessere da posizionare come in un puzzle con la compagnia di un adulto che racconta la storia leggendola sul retro di ogni carta.

La storia è quella di Lola e Gordo, due allegri micioni che vorrebbero fare un viaggio insieme. Già, ma dove? E soprattutto come? Sembra facile decidere di andare in una capitale, in montagna, al mare o in pianura, in barca, bici, automobile e perfino in mongolfiera. I due fantasticano spostamenti meravigliosi e arditi ma ce la faranno davvero a organizzare e realizzare la loro vacanza? Dai 3 anni

La vista, l’udito, il tatto, ovvero la lettura a tre dimensioni. Se oltre alle orecchie si mettono in campo anche le dita, si sfiorano i contorni, gli spessori e i profili delle lettere e delle parole, imparare diventa più facile e più veloce. Merito del tatto, il senso più sviluppato nella prima infanzia. Il metodo, sperimentato da anni con successo in alcune scuole materne ed elementari francesi e nel nostro Paese, si ispira alle acquisizioni degli studi sul funzionamento del cervello, delle neuroscienze e della neuropedagogia, da anni al centro delle ricerche di autorevoli studiosi. Ormai si è capito che lo sviluppo del cervello dipende sì da un programma genetico ma anche e soprattutto dalle esperienze, spontanee o agevolate dagli adulti, che fin dai primi giorni di vita ne modificano le strutture e le funzioni. Questo è vero anche per la lettura.

Poiché imparare a leggere significa collegare i segni visivi delle lettere ai suoni corrispondenti – procedimento che implica l’attivazione di diverse aree del cervello ­possibile attorno ai sei anni – si è capito che si può facilitare e migliorare la connessione delle diverse aree attivando anche quella del tatto. Un concetto del resto già descritto da Maria Montessori, molto prima della nascita delle neuroscienze e della psicologia cognitiva. La premessa era necessaria per raccontare il contesto della pratica multisensoriale montessoriana per l’apprendimento dei suoni e delle lettere, in cui nascono - nell’intento di associare vista e suono al tatto - l’abbecedario Le lettere smerigliate Montessori e Le mie prime lettere maiuscole Montessori (Gallucci; 12,50 euro) valigette che contengono un alfabeto tattile, lettere smerigliate, carte illustrate per associare le lettere alle immagini oltre a un quaderno per avvicinarsi alla lettura e alla scrittura delle lettere dell’alfabeto. Entrambe da un’idea di Céline Santini e Vendula Kachel, e adatte a chi vuole cominciare per gioco a familiarizzare con l’alfabeto. Dai 5/6 anni