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Scaffale basso. Ma quanto è dura la vita dei fratelli maggiori

Rossana Sisti martedì 26 maggio 2020

I fratelli maggiori ne sanno qualcosa: quando i genitori non ci sono, a loro tocca tenere d’occhio i più piccoli (magari pure più birichini e irrequieti), subire le loro intemperanze, cedere, adattarsi, vigilare. L’essere più grandi, si sa, obbliga. È sempre stato così tra fratelli. Una storia che arriva da lontano è dunque il filo conduttore di Fratelli (Camelozampa; 15 euro), un albo firmato da Rocío Alejandro, autrice e illustratrice argentina, vincitrice nel 2017 del prestigioso Premio Compostela per l’albo illustrato “L’orto di Simone”, edito in Italia da Kalandraka.

Le tavole a doppia pagina di questo picture book seguono con leggerezza la turbolenta convivenza tra due fratelli, due gattini, il maggiore obbediente, giudizioso e ansioso verso gli eccessi del più piccolo, una vera peste questo, pronto a mettersi continuamente nei guai. Una vitaccia quella dei fratelli maggiori, sembra suggerire con il sorriso questa storia dal finale lieto e conciliante dove l’affetto è il collante che lega i protagonisti. Pagine in cui, maggiori o minori, i fratelli potranno riconoscersi facilmente. Dai 3 anni

Il tormentone dei fratelli, raccontato da un figlio unico, che vorrebbe continuare a esserlo, popola anche questo albo dal titolo esplicito, Un fratellino? Oh, no! realizzato dall’illustratrice inglese Lorna Scobie per l’editore Gallucci (12,90 euro). Essere figli unici consente di godere di parecchi vantaggi: per Coniglio significa avere tutto per sé, la propria dose di carote garantita, il relax come si deve, la cameretta senza doverla dividere con nessuno.

Perciò quando i genitori gli confidano improvvisamente che avrà un fratello, Coniglio trema: niente più natura a sua disposizione, niente più tranquillo relax, gli toccherà pure condividere carote e cameretta. Orrore. E il peggio arriva quando i fratelli in arrivo sono più di uno. Forse è il caso di chiedere aiuto alla signora volpe che, dice, adora i conigli. Sarà la scelta giusta? Niente paura, finale super divertente! Dai 4 anni

Buz ispira simpatia a prima vista. Una palla di pelo bianco e soffice, il musetto attento, il portamento signorile, Buz è un cane di casa, abituato al lusso e alle comodità: ha una cuccia confortevole, cibo sano, giochini adatti e cappottini di marca, toeletta garantita, come si addice a un cane chic. In compenso le regole e i divieti sono ferrei e l’obbedienza richiesta assoluta. Niente buche, niente corse a perdifiato.

Senza mai lasciare il guinzaglio, Buz deve stare al suo posto con gli altri cani durante le passeggiate al parco, non sguazzare nelle pozzanghere, non dare confidenza a nessuno, frequentare compostamente solo amichetti selezionati e per il resto guardare tutti gli altri che possono scatenarsi liberamente. Una vera sofferenza. Ma quanto è possibile resistere in questa prigione dorata? Quando il guinzaglio è così corto, disubbidire è tutt’altro che un’ipotesi. La liberà è un bene troppo prezioso, un diritto che non si può negare a nessuno, neppure a un cane. Cosa farà il bravo cane quando la libertà sarà a portata di zampa? Bravo Buz! è opera di Marianna Coppo, giovane autrice e illustratrice romana per Terre Di Mezzo (15 euro). Dai 3 anni