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Scaffale basso. Nessuno ha colpa se la mamma si ammala

Rossana Sisti mercoledì 21 ottobre 2020

Non era certamente una storia facile da raccontare questa. I cortocircuiti che la malattia mentale provoca in una famiglia, la vita di due bambine colte di sorpresa dai comportamenti eccentrici e ossessivi di una mamma con chiari segni di schizofrenia, i tentativi del papà di alzare una cortina di silenzio sono un groviglio di sofferenze così pesante da esigere una scrittura attenta e lieve. Una sfida riuscita a Cindy Baldwin, giovane autrice americana cresciuta in North Carolina, la terra di cocomeri in cui ha ambientato il suo romanzo d’esordio. Nessun dialogo strappalacrime, niente di mai melenso, scontato e disperante, niente happy end con guarigioni prodigiose. È un romanzo onesto Dove crescono i cocomeri (HarperCollins; 14 euro), che tocca il cuore nella rappresentazione della solitudine tormentata di una bambina che vede sua madre ricadere di nuovo nella malattia mentale affiorata dopo la sua nascita e poi sopita per qualche anno.

Quando una notte la piccola Della trova sua mamma al tavolo della cucina mentre elimina uno a uno i semini di un’anguria, gettandoli a terra, capisce che si è ripiombati nel buio dell’esistenza, che la famiglia non conoscerà più felicità e che lei dovrà crescere con una mamma pazza, ossessionata dalle voci inesistenti, dalla pulizia e dai pericoli per la salute delle bambine. E che l’ospedale sarà l’ultima spiaggia. Della ha solo dodici anni è spaventata dall’idea che sua mamma non possa guarire mai più. E soprattutto è convinta di essere lei la causa della malattia. Ma entrare nel mistero della malattia mentale è troppo per un bambina di dodici anni, troppo fare i conti con la mancanza di quelle attenzioni, affinità e complicità che reggono le relazioni tra madri e figlie, troppo mantenere un segreto così doloroso da non riuscire a raccontare neppure alla propria migliore amica di quanto aiuto si avrebbe bisogno. Della, chiusa nella sua paura, si pone un unico obiettivo, guarire la mamma e farla rientrare in sé. E si convince che il magico miele della signora che alleva api può essere una medicina portentosa. Un proposito magico evidentemente impossibile che al contrario le impedisce di vedere quanti potrebbero davvero aiutarla e quanti in paese le vogliono bene. Una lettura caldamente raccomandata a chi ha dai 13 anni in su.

Giovane illustratrice diplomata all’EsaSaint-Luc di Bruxelles, altri studi a Parigi e Roma, Louise Mézel giocando con le matite colorate ha messo in pista, con un mix di disegni e brevi frasi di testo in stampatello maiuscolo, le ironiche avventure di un tenero elefantino – il muso serafico, il sorriso mai incrinato, un che di straordinariamente simpatico - protagonista di una serie per primissimi lettori pubblicata da Sinnos. Libriccini agili, dalle copertine satinate, morbide e setose al tatto, ciascuno di un colore diverso. Ecco a voi Rolando Lelefante e Rolando Lelefante legge, primi capitoli della collanina, offrono il profilo del protagonista che, si capisce subito, non è un pachiderma come si deve, e non solo per la taglia extra extra small che gli permette di vivere in famiglia come un cane o un gatto.

Rolando è un tipo speciale, atleta nato, fa stretching, ginnastica e yoga, si spertica in decine di strane esibizioni con orecchie, coda e proboscide, ma gli piace occuparsi delle piante di casa, fare il bagno in vasca. E infine leggere, appassionatamente. Dell’adorabile Rolando si attendono buone nuove. Dai 2 anni

Dagli sguardi teneri e giocosi, quasi sorridenti con cui li disegna sempre, colorati, fantasiosi ed espressivi, si capisce che Arianna Papini ama gli animali di un amore intenso e rispettoso che mai contempla il possesso. Questo albo illustrato a grandi tavole ha la magia di un doppio ricordo perché Arianna dà forma a una poesia dolcissima intitolata Favola (Carthusia; 15,90 euro) scritta da suo padre Massimo Papini, neuropsichiatra infantile di fama, per lei bambina, colta mentre in riva al mare raccoglie una piccola ape caduta in acqua e intrappolata tra le onde.

Un gesto lento e pieno di tenerezza, fantasticamente semplice e naturale, che soccorre e riporta alla vita lo sventurato insetto. Regalandogli con l’immediatezza dell’infanzia quella libertà di cui la natura l’ha privato. Dai 4 anni.