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Scaffale basso. Tutte le fiabe da mettere (e regalare) sotto l'albero di Natale

Rossana Sisti lunedì 16 dicembre 2019

Bambini piccoli quanto un cecio, ragazze umili e così carine da scatenare la perfida invidia delle sorelle, matrigne cattive, re e regine senza figli, ciabattini poveri in canna che fanno fortuna, ragazzi mezzo umani e mezzo pesci, principesse maritate al primo che passa. Incantesimi, animali magici, maghi e fate, gobbi e zoppi, ragazzi un po’ matti, principi che sposano rane. Giricoccola, Rosmarina, Pomo e Scorzo, Naso d’Argento, Sfortuna, Giufà, Cecino, Giovannin senza paura.

Sono alcuni degli indimenticabili protagonisti de Le fiabe italiane che Italo Calvino raccolse, con un lavoro impegnativo lungo due anni, tra quelle della nostra tradizione popolare, molte traducendole senza impoverirle o tradirle, dai dialetti regionali, secondo un imput arrivato dall’editore Einaudi che le pubblicò nella collana I Millenni, nel novembre del 1956. Serie all’interno della quale già erano comparse le fiabe dei Grimm, di Andersen e Perrault. “Un libro piacevole da leggere, popolare per destinazione e non solo per fonte”, come lo considerava Calvino. Ma anche, come sottolinea Nadia Terranova nella prefazione, un’operazione culturale che mirava, finito il fascismo e fatta l’Italia, “a rifare gli italiani, saldarli in una unità politica e culturale che fosse ampia, giocosa, senz’altro libera”. Un’edizione raffinata questa targata Mondadori (32 euro), impreziosita dalle illustrazioni bellissime di Emanuele Luzzati.

L’eco de La piccola fiammiferaia di Andersen è evidente. Ma è una materia alla quale il geniale Tomi Ungerer ha attinto – il libro è stato pubblicato nel 1974 - per costruire una favola dal finale completamente diverto e i risvolti sorprendenti. Allumette (Camelozampa; 16 euro) è la favola di una bimbetta esile e smorta, orfana, senza casa e vestita di stracci, che vive per strada, mangia quel che trova tra i bidoni di immondizia e si guadagna pochi spiccioli vendendo fiammiferi. Merce utile forse nell’Ottocento ma non al tempo degli accendini. Allumette non trova nessuno che le dia una mano, nessuno che le riservi uno sguardo benevolo. Sentendosi mancare, con le ultime forze che ha in corpo prega.

Questa però è una sera speciale, è la vigilia di Natale e mentre scocca la mezzanotte avviene un piccolo miracolo: un lampo, un tuono e poi da cielo una pioggia di ogni bendidio a formare una montagna di oggetti della più caotica varietà. Qualcuno ha ascoltato le sue preghiere: tutto quanto Allumette ha desiderato ora è a portata di mano. E a questo punto avviene il secondo miracolo, perché Allumette che non ha mai avuto nulla, sa che si può vivere anche di poco, del necessario. E quindi è capace di un grande gesto di generosità e condivisione che a catena innesca altra generosità, andando oltre i confini della città, sempre più lontano. Incredibile quanta trasformazione può nascere da una scelta di altruismo.

Ancora fiabe a volontà da mettere sotto l’albero: l’editore LupoGuido manda in libreria una raffinata edizione di Peter Pan (30 euro), storia dell’eterno bambino, capolavoro senza tempo dello scrittore di origine scozzese James Matthew Barrie.

Una storia che mescola realtà, fantasia, paradosso e infinita tristezza per lo sguardo sull’infanzia senza futuro di cui Peter è emblema. Niente a che vedere con la versione edulcorata e leggera che ne ha fatto Walt Disney. Una lettura malinconica, a tratti inquietante, nonostante lo stile avventuroso, la presenza di indiani, fate e pirati e sicuramente più apprezzabile dall’adulto. Perché l’immagine dolorosa dell’infanzia è lo specchio di quella senza speranza degli adulti. Deliziose in questa edizione le illustrazioni di Tatjana Hauptmann.

Sono pagine che tolgono il respiro: Ti aspetto (Rizzoli; 45 euro) è un libro teatrale, con tante pagine a fare da quinte. Rébecca Dautremer ci invita ad attraversare - ma con estrema delicatezza, per evitare incidenti e danni di percorso - le pagine di questo libro unico, dove le pagine sono preziose come merletti.

Il lettore curioso ma prudente si troverà ad accompagnare, attraversando giardini, sguardi, chiacchiere, piazze strade trafficate il coniglio Jacominus e la tenera Dolce verso il più speciale degli appuntamenti. Delizioso!

Una favola moderna sulla mancanza questo albo che, se ancora ce ne fosse bisogno, conferma la maestria di Jimmy Liao, un artista capace di raccontare storie malinconiche con immagini che sanno parlare più delle parole. È un tipo teneramente solitario la giovane protagonista di Una splendida notte stellata pubblicata dalle edizioni GruppoAbele (24 euro). Una ragazzina fragile che cresce dai nonni, sentendo la nostalgia di casa, ma non meno malinconica quando torna in città. Non conosciamo il suo nome ma la sua solitudine sì: i nonni muoiono a distanza di poco, la mamma è spesso via e non è che la capisca molto; anche il papà è una figura distante, impegnato nel lavoro ma sbiadito nella relazione con la figlia; a scuola timidezza e fragilità non rendono la vita facile. C’è però una svolta nella vita della protagonista.

Un nuovo vicino di casa, un ragazzino che frequenta la sua stessa classe, taciturno e solitario come lei. Inevitabile diventare amici e comprendersi anche nel silenzio. I due trascorrono un’estate indimenticabile insieme, a girovagare, beandosi della bellezza che li circonda. In riva al mare, in montagna fino alla casa del nonno, nel bosco, la notte a scrutare la meraviglia di un cielo stellato che pare dipinto da Van Gogh in persona. Un’estate felice, miglior ricordo da portare nell’età adulta.