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Russia, Cina e Iran: il fatale abbraccio delle autarchie

Umberto Folena giovedì 20 ottobre 2022
Come le chiamiamo, dittature o autarchie? E stanno sfiorendo oppure sbocciando? I diversi pareri sullo stesso quotidiano sono una ricchezza o un limite, libera ricerca o confusione di idee? Accade che sulla “Repubblica” appaiano a ventiquattr’ore di distanza due interventi di politica internazionale di accento diverso: di Bernard Guetta (18/10), titolo: «Il crepuscolo delle dittature», e di Gianni Vernetti (19/10), titolo: «L’Alleanza delle Autarchie» (“a” maiuscole nell’originale). Guetta prende in esame una per una le situazioni di Iran, Cina e Russia. Esordisce con piglio da consumato polemista: «Ecco: adesso, subito, è giunto il momento di uscire da questa assurdità che tutti contestano. Non è la democrazia a indebolirsi mentre i regimi autoritari si vanno affermando. Oggi non è l’arbitrio a dimostrarsi superiore allo Stato di diritto. No, è vero l’esatto contrario. Apriamo gli occhi e osserviamo bene i fatti». Vernetti analizza il rapporto tra Russia e Iran: «Per Teheran si tratta di un cambio significativo di rotta: non più solo il contrasto a Israele e alle monarchie sunnite del Golfo, ma la disponibilità a essere braccio armato di una possibile nuova Alleanza fra le Autarchie. I missili della Corea del Nord sopra il Giappone e la mai smentita alleanza senza limiti fra Mosca e Pechino completano il quadro» . Eppure i regimi traballano, osserva Guetta. Iran: «Non vi è più una regione, una generazione o un ambito che non si stia rivoltando». E la Cina? «Ha compiuto un balzo indietro così grande che il suo tasso di crescita non è più, e di molto, il più alto in Asia». E ancora «è Xi, e lui soltanto, ad aver legato il suo regime alla più traballante delle dittature, quella di Mosca, quella che ha destabilizzato l’economia mondiale facendo guerra all’Ucraina». Xi aveva scommesso su una guerra che «avrebbe dimostrato – così credeva – la decadenza dell’Occidente: invece, a otto mesi di distanza, si va evidenziando la debolezza strutturale delle dittature». Ma se non ci fosse contraddizione e avessero ragione entrambi, Guetta e Vernetti? Le dittature-autarchie potrebbero stringersi in un abbraccio (fatale?) proprio perché intimamente consapevoli della propria fragilità. Conclude Guetta: «Apriamo gli occhi e osserviamo bene». © riproduzione riservata