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Rose

Andrea Pedrinelli mercoledì 18 settembre 2019
Quante canzoni sulle mamme, negli anni, in Italia: e quanta retorica. Poi arriva un grande cantautore e ribalta gli stereotipi, cantando tutte le mamme in maniera diversa dentro la propria che invecchia, accusando i primi sintomi di Parkinson. Nacque così nell'89 "Rose", la più vera canzone possibile per una madre, scritta con amore di figlio. Un figlio di nome Renato Zero. «Generosa, viva e presente, donne così non ne ho incontrate più: con che passione, con quale umiltà, hai sfidato ogni dolore o avversità. Così ingrata, vita, sei: dopo tutto l'amore potevi sorridere anche a lei… Rose, io coglierò per te. Per tutti i giorni che non furono mai, rose dischiuse… Cos'è quel buon profumo che non è più gioventù, ma è di più? Sei tu! …Madre dolce madre, china sulle mie ferite; madre sempre madre per chi non vede e chi non crede; madre dei consigli che non tradisci… Tu dalla mia parte, tu solamente, né tempo né distanze potranno scoraggiarti mai! …Rose, lei non le ha viste mai. Di quelle rose lei conosceva le spine, altro che rose! …Non è più il tuo mondo, so a cosa stai pensando… Prendimi la mano, non ho mai smesso d'essere un bambino. Stringimi, ho paura che presto scenderà la sera! Che sarò da solo, e tu in un angolo del cielo… Mentre le mie rose, appassiranno sempre più…».