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Rosalia. La testimonianza di vita che restituisce speranza

Matteo Liut domenica 4 settembre 2022

C'è un solo “regno”, quello di Dio, e un solo “potere”, quello dell'amore: ogni altra logica è schiava del mondo e produce frutti destinati alla caducità. Ce lo ricorda bene oggi la storia di Rosalia, la santa più cara ai palermitani e loro patrona. Nata a metà del XII secolo in un momento in cui si cercava di ricostruire il tessuto cristiano della Sicilia dopo il dominio arabo durato dall'827 al 1072, Rosalia Sinibaldi era di famiglia nobile. Ai fasti della corte reale, però, preferì una vita nel segno dell'essenziale, un'esistenza da anacoreta, intuendo che la testimonianza da religiosa era in quel momento la strada più efficace per ridare speranza alla sua terra ferita. Decise quindi di ritirarsi prima in una grotta a 90 chilometri da casa, vicino a un monastero basiliano, poi sul Monte Pellegrino, non lontano da una comunità benedettina, e qui morì nel 1160. Nel 1474 santa Rosalia venne invocata per superare l'epidemia di peste che aveva colpito Palermo. Nel 1624, poi, vennero ritrovate le reliquie della santa, che venne dichiarata subito patrona della città. In quello stesso anno il capoluogo siciliano fu colpito da un'epidemia di peste, che fu sconfitta solo dopo che le reliquie di santa Rosalia furono portate in processione per le strade della città sofferente.
Altri santi. San Mosè, profeta (XIV-XIII sec. a.C.); san Bonifacio I, papa (V sec.).
Letture. Romano. Sap 9,13-18; Sal 89; Fm 1,9-10.12-17; Lc 14,25-33.
Ambrosiano. Is 30,8-15b; Sal 50 (51); Rm 5,1-11; Mt 4,12-17.
Bizantino. 1Cor 16,13-24; Mt 21,33-42.