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Rosalia. Dai fasti della corte reale all'umiltà del romitaggio

Matteo Liut venerdì 4 settembre 2020
Non sarà il potere, non sarà la logica della sopraffazione, non saranno gli scambi di favori a rendere grande l'umanità: la città degli uomini sarà salvata dalla capacità di mettersi in ascolto di Dio e di farsi portatori del suo amore infinito. È questo il messaggio che santa Rosalia affida non solo a Palermo, di cui è patrona, ma a tutti noi. Nata a metà del XII secolo in un momento in cui si cercava di ricostruire il tessuto cristiano della Sicilia dopo il dominio arabo finito nel 1072, Rosalia era di famiglia nobile. Ai fasti della corte reale, però, preferì una vita ritirata da anacoreta, ritirandosi prima in una grotta a 90 chilometri da casa, vicino a un monastero basiliano, poi sul Monte Pellegrino, non lontano da una comunità benedettina. Qui morì nel 1160 e dal XVII secolo, in seguito a un'epidemia di peste risolta grazie alla sua intercessione, protegge in modo particolare Palermo.
Altri santi. San Mosè, profeta (XIV-XIII sec. a.C.); san Bonifacio I, papa (V sec.).
Letture. 1Cor 4,1-5; Sal 36; Lc 5,33-39.
Ambrosiano. 1Pt 2,13-25; Sal 22 (23); Lc 16,19-31.