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Romualdo. Padre dei Camaldolesi testimone del monachesimo

Matteo Liut mercoledì 19 giugno 2019
Come tante finestre aperte sulla vita di Dio, che ricordano all'umanità intera dove porta il suo cammino, i monasteri nella storia sono sempre stati punti di riferimento fondamentali sul loro territorio. San Romualdo, padre dei Camaldolesi, andò ricercando e costruendo in essi la radicalità evangelica delle origini. Nato a Ravenna tra il 951 e il 953, probabilmente fu spinto verso la vita monastica da un grave fatto di sangue che colpì la sua famiglia, di origini nobili. Formatosi in Spagna, nel 988 era di nuovo in Italia, passando per diversi monasteri benedettini sull'Appennino. Nel 1001 per volontà di Ottone III divenne abate di Sant'Apollinare in Classe, ma decise di lasciare l'incarico appena un anno dopo, ritirandosi a Montecassino. Nel 1012, infine, fondò l'eremo di Camaldoli, cuore della congregazione Camaldolese. Morì nel 1027 a Valdicastro (Fabriano).
Altri santi. Gervasio e Protasio, martiri (II-III sec.); santa Giuliana Falconieri, vergine (1270-1341). Letture. 2 Cor 9,6-11; Sal 111; Mt 6,1-6.16-18. Ambrosiano. Sap 3,1-8; Sal 112; Ef 2,1-10; Lc 12,1b-8.