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Rompere il cerchio

José Tolentino Mendonça sabato 6 aprile 2019
Il programma quaresimale è anche personale e pratico. Sfida ognuno di noi a porsi in revisione critica, mettendo in discussione i propri stili di vita e contribuendo in tal modo a far emergere una coscienza comunitaria più attenta. Gli strumenti che la tradizione cristiana propone sono di natura ascetica: il digiuno, la preghiera e l'elemosina. Occorre imparare, o reimparare, a utilizzarli in chiave esistenziale. Il digiuno, per esempio, comincia con l'essere una privazione alimentare volontaria, ma in vista di portarci a riflettere, e in una maniera non solo mentale, su ciò di cui noi ci nutriamo e su come lo facciamo. Nel messaggio per la Quaresima di quest'anno, papa Francesco spiega che il digiuno ci permette di passare «dalla tentazione di "divorare" tutto per saziare la nostra ingordigia, alla capacità di soffrire per amore». La preghiera, a sua volta, è un antidoto all'autosufficienza, che apre in noi uno spazio a ciò che è più grande di noi. Abbiamo bisogno di rompere con il movimento circolare che ci fa ruotare attorno a noi stessi, consumati da un mero immediatismo. La preghiera ci apre all'alterità di Dio, ci aiuta a levare fino alle stelle gli occhi che teniamo fissi sulle scarpe. Infine, l'elemosina serve a ricordarci che i beni sono dei mezzi a servizio di una vita eticamente qualificata, e non lo scopo della nostra esistenza.