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Francesco Antonio Fasani. Religioso, apostolo della Capitanata padre e compagno degli ultimi

Matteo Liut martedì 29 novembre 2022
Un pastore sta in mezzo al suo popolo, perché solo così può guidare i cuori sulla strada che porta all’amore di Dio. San Francesco Antonio Fasani è ricordato proprio per aver amato la sua terra, la Capitanata, e averla girata in lungo e in largo per portare la Parola di Dio e un seme di speranza agli ultimi. Nato il 6 agosto 1681 a Lucera, Fasani era entrato tra i Minori Conventuali nella sua città natale e aveva compiuto il noviziato a Monte Sant’Angelo sul Gargano dove emise la professione il 23 agosto 1696. Inviato ad Assisi nel 1703, fu ordinato sacerdote due anni dopo per poi spostarsi a Roma nel collegio di San Bonaventura. Nel 1707 rientrò a Lucera e venne eletto ministro provinciale, dedicandosi a un intenso apostolato in tutta la Capitanata. Curava in maniera particolare la devozione alla Vergine e teneva un “registro” dei poveri per poter assisterli meglio nelle loro necessità. Un’attenzione particolare, inoltre, la riservava anche all’accompagnamento dei condannati a morte nelle loro ultime ore di vita. Morì il 29 novembre 1742 e ancora oggi la sua tomba, nella chiesa di San Francesco a Lucera, è meta di pellegrinaggio de tanti devoti. È stato proclamato beato il 15 aprile 1951 da Pio XII ed è stato canonizzato da Giovanni Paolo II il 13 aprile 1986. Altri santi. Santa Illuminata, vergine (III-IV sec.); beata Maria Maddalena dell’Incarnazione, religiosa (1770-1824). Letture. Romano. Ambrosiano. Ez 9,1-11; Sal 85 (86); Ml 3,13-18; Mt 13,53-58. Bizantino. 2Tm 2,20-26; Lc 19,37-44.