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Religione e Provvidenza di traverso: troppi squilibri e indignazioni

Gianni Gennari giovedì 13 febbraio 2014
Su "Repubblica" religione di traverso. Ieri «L'ultimo genocidio in nome della fede»: strillo in prima e poi tre pagine sul Centrafrica in fiamme. Leggi: ci vuole poco a capire che «la fede» come tale non c'entra, e un pizzico di analisi trova miseria, ignoranza, traffico d'armi, ingiustizie e violenza, ma se accusi la fede sei a posto! Bis con Michele Serra che sempre ieri ironizza perché Enrico Letta ha parlato di «Provvidenza». A questo proposito però il peggio è su "Libero" (p. 1 e 19), ove un collega come Socci si sente un po' l'ombelico dell'universo ecclesiale e sostiene che «Le dimissioni del Papa forse non sono valide». Per lui, che lo ha capito da sempre, qualcuno ha «premuto» e «strappato» la scelta a Benedetto XVI! Sicurissimo Socci: in barba al «forse» del titolo se la prende con chi non è d'accordo, e poiché «il cardinale Cottier» ha detto ad "Avvenire" che il Papa «con molta lucidità ha misurato le proprie forze e il lavoro da fare e ha deciso che non si può forzare la Provvidenza», si indigna: questo è un «bignami della teologia… una castroneria offensiva per Papa Benedetto e per la Provvidenza»! Domanda importante: sa, Socci, chi è Georges Cottier? Un pizzico di… misura!