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Religione e anti-religione: stesse pagine in evidente contraddizione

Gianni Gennari sabato 22 dicembre 2018
Stessa enfasi, stesse pagine. “Panorama” in edicola (p. 34): «Il destino delle nostre chiese vuote» di Marcello Veneziani. Grande foto di una «chiesa sconsacrata» – pavimento coperto da lettini e materassi per senza tetto e immigrati – e deplorazione per l'uso con primo bersaglio dichiarato subito, «Il Papa». Lì stesso leggi che quella è già “sconsacrata”, ma per Veneziani resta scandalo. Non lo sfiora il pensiero che il vero “padrone” di tutte le chiese cristiane ha detto che accogliere poveri e forestieri è riconoscerlo veramente – «…lo avete fatto a me!» (Mt. 25) – e neppure che «soccorrere gli orfani e le vedove nelle tribolazioni è la vera religione» (Gc. 1, 27). No! Lui racconta di essere rimasto incantato, in Vaticano, visitando «le parti non aperte al pubblico» come «la Cappella Paolina di Michelangelo» (che in realtà è di Antonio di Sangallo, ndr), e l'entusiasmo lo trascina: difende la religione a modo suo. Per lui deve restare elevata, spirituale, in una parola “sacra”, nel senso di irraggiungibile, trascendente, non mescolata alle faccende umane, mai strumento mondano... È libertà di pensiero, e Veneziani è noto – qui scritto di recente – anche per pensieri giusti. Nella circostanza tuttavia con un gigantesco “ma”. Stesso “Panorama” – di recente nuova gestione e nuovo direttore – ben 5 paginone su «La Sacra armata di Vladimir Putin», ove si elogia «il leader sovietico» (sic! a fare il paio con «la Paolina di Michelangelo») che «ha creato i monaci guerrieri: preti ortodossi che si paracadutano dall'alto, con tanto di tempietti gonfiabili, nelle zone di guerra... danno assistenza spirituale ai soldati. In nome di Dio e della patria»! Insomma: l'uso delle chiese già sconsacrate per l'immagine viva di Dio riconosciuto negli ultimi viene bocciato e rimproverato, quello di uomini di Chiesa per combattere una guerra esaltato e rimpianto: tutto a posto?