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Rai 3: i chiaroscuri dell’Avvocato Agnelli

Andrea Fagioli domenica 19 marzo 2023
Preceduto da un’intervista di Antonio Di Bella a un ottantasettenne Jas Gawronski in perfetta forma, Rai 3 ha proposto venerdì in prima serata il documentario Gianni Agnelli, in arte l’Avvocato, prodotto da Marco Durante, in collaborazione con Rai Documentari, per la regia di Emanuele Imbucci, che lo ha anche scritto con Stefano Cappellini e Dario Sardelli. A vent’anni dalla morte (avvenuta nel 2003 a Torino dov’era anche nato nel 1921), la figura di Giovanni Agnelli detto Gianni, per mezzo secolo protagonista della vita economica e sociale italiana e non solo, viene ricostruita attraverso il racconto privato di una vita particolarmente attiva (dormiva pochissimo e si annoiava presto, nemmeno le partite della Juventus a volte riusciva a vedere per intero), una vita densa e ricca di successi (negli affari, in politica e con le donne), ma anche di cadute e tragedie familiari come la morte del nipote Giovannino a soli 33 anni per una rara forma di tumore e il suicidio del figlio Edoardo. Il documentario di Rai 3 riesce pertanto a portare in primo piano la dimensione personale e intima di Agnelli (sullo sfondo della Fiat, il calcio, la Ferrari, la vela e lo sci) grazie alle testimonianze di familiari, amici, collaboratori, operai, calciatori e giornalisti. Su tutte prevalgono quelle dei tre nipoti Elkan: John, Lapo e Ginevra (omettendo riferimenti alle vicissitudini giudiziarie con la madre Margherita Agnelli). E vista la chiave intimista, alla fine c’è più la «pecora nera» Lapo con il nonno «supereroe» che John il «prescelto». A livello di ulteriore curiosità, Gawronski, nell’intervista accennata, rimette in ordine le passioni di Gianni Agnelli: prima fra tutte la barca, poi la Juventus, infine l’arte (esclusa la musica). E la Ferrari? Stando al noto giornalista, quella non era una vera passione. © riproduzione riservata