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Rai 2, che bellezza il "Mare di grano"

Andrea Fagioli venerdì 22 maggio 2020
Perché un buon film per tutta la famiglia con protagonisti dei bambini va in onda intorno alle 23,30? È vero che c’è RaiPlay e tutto è recuperabile «quando vuoi e come vuoi», ma è altrettanto vero che solo la tv nella fruizione tradizionale è ancora accessibile a tutti. A maggior ragione se si tratta della Rai, nel caso specifico di Rai 2 e del film Mare di grano, proposto mercoledì in prima tv, ma in seconda serata. Peccato, perché la storia raccontata da Fabrizio Guarducci nel suo primo lungometraggio (scritto, diretto e prodotto) meritava più attenzione. Al centro della vicenda il viaggio di tre ragazzini verso il mare. Tra loro il misterioso Adam alla ricerca dei genitori. Punto di partenza la bellissima campagna toscana nei dintorni di Siena, quella dove il mare è di grano. Nel loro girovagare i tre incontrano un personaggio bizzarro quanto affascinante: Rimando da Capalle, un cantastorie che «ramingo va poetando» di osteria in osteria. A quel punto il film svolta, diventa una favola a tutti gli effetti con la sua morale: «Nella vita esiste una sola felicità: amare e essere amati». In sella a un vecchio sidecar, il prode Rimando condurrà i ragazzi sulla spiaggia a guardare «laggiù il mare che continua ad incontrare il cielo». Al netto di qualche ingenuità e di alcuni interpreti secondari non sempre all’altezza della situazione, il film offre in modo semplice e diretto motivi di riflessione su cosa conti realmente nella nostra esistenza. Il viaggio dei tre bambini verso il mare è in questo senso, oltre che un elogio all’amicizia, una metafora della vita intesa come un cammino alla ricerca dell’importante. Un cammino in cui ti puoi imbattere in guide come Rimando, sorta di «santo bevitore», ottimamente interpretato da Sebastiano Somma, che sa leggere lo spartito della natura, ma soprattutto il cuore umano con gli occhi di un bambino e gli eventi con quella fantasia indispensabile «se vuoi sognare e in alto volare». Meritevole di menzione anche la colonna sonora di Pino Donaggio e il ruolo di ambienti naturali come la Val d’Orcia e di abbazie come San Galgano (la chiesa senza tetto) o Sant’Antimo dalla quale Guarducci fa giustamente uscire le note del canto gregoriano che le sono proprie.