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Quote latte, via libera al decreto

Andrea Zaghi sabato 31 gennaio 2009
Il tono degli annunci dati alle agenzie di stampa è stato quello delle
giornate storiche: speriamo sia così davvero e che, quindi, l'annosa e brutta vicenda delle multe a carico delle aziende colpevoli di aver superato le quote di produzione di latte sia veramente chiusa con il provvedimento approvato ieri dal Governo. Si tratta di un decreto, discusso e approvato ieri appunto, che stabilisce come pagare le multe residue e consente di ricominciare daccapo a chi è rimasto ancora in produzione.
Quella assunta dal Consiglio dei Ministri è una decisione che però dovrà superare prima il cammino parlamentare e, poi, quello dei fatti. Ma è certamente lo strumento per andare avanti.
Il nocciolo del decreto è nella possibilità di pagare le multe attraverso l'accensione di supermutui che possono arrivare anche fino
a 30 anni.
La durata del mutuo sarà quindi decisa per fasce, in relazione all'ammontare delle multe a carico di
ciascuna azienda: entro i 100mila euro si potrà arrivare a 10 anni, tra i cento e i trecentomila a 20, oltre i 300mila a 30 anni. In questo modo, le 8404 ancora con multe da versare (circa metà sono però ancora in produzione), avranno la possibilità di pagarle e, soprattutto, di usufruire dell'aumento di quote ottenuto dall'Ue lo scorso 20 novembre (il 5% in più).
È sulla base di questo meccanismo che il Ministro per
le Politiche Agricole, Luca Zaia, ha potuto affermare che dal primo aprile «i nostri produttori potranno fregiarsi del fatto che non pagheranno più multe». Soprattutto però, se tutto funzionerà come si deve, l'Italia chiuderà una partita amarissima che è costata in 24 anni 9 miliardi (inclusi i 3 miliardi di multe), mentre restano ancora da pagare, con lo strumento fornito da questo provvedimento, 1,671 miliardi. Niente sanatoria, dunque, ma, si è affrettato a precisare lo stesso Zaia, l'unica strada per tornare alla legalità.
Tutto bene, quindi, o quasi. Il testo licenziato, infatti, è stato accolto con buoni consensi ma non ha dissipato tutti i dubbi. «Nel decreto sulle quote latte " ha per esempio detto a caldo la Coldiretti " ci sono luci e ombre che auspichiamo possano essere chiarite in sede di conversione parlamentare», che è come dire: alcune questioni sono state risolte, ma i criteri per regolarizzare le situazioni pregresse non sono entusiasmanti. Mentre altri, come Fedagri Confcooperative, hanno applaudito, chiedendo però regole e tempi certi da qui in avanti oltre che una "vera tutela" dei produttori rispettosi della legge.
Non un colpo di spugna, quindi, e nemmeno un provvedimento da prendere così com'è (potrà essere modificato), più semplicemente quanto deciso ieri appare però essere una via che agli allevatori costerà (i mutui dovrebbero fra l'altro avere un tasso fra il 5 e il 6%), ma che deve essere percorsa fino in fondo. È in gioco anche questa volta, più di altre, la faccia e il buon nome dell'agroalimentare italiano.