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Questioni aperte Non solo con gli Usa

Andrea Zaghi domenica 14 febbraio 2021
Al presidente Joe Biden è arrivato un regalo: una forma da circa 40 chili di Grana Padano Riserva stagionata oltre 20 mesi e dipinta per metà con il tricolore italiano e per l'altra metà a stelle e strisce. Che il destino dell'agroalimentare italiano passi anche da una forma di formaggio? Prospettiva improbabile, ma tutti i mezzi leciti possono essere usati per difendere la ricchezza (non solo economica) del nostro buon mangiare nel mondo. Il regalo al nuovo presidente degli Stati Uniti manda un segnale chiaro: conclusa l'era di America First, occorre tornare a distese relazioni commerciali tra le due sponde dell'Atlantico. Certo, i dazi ci sono ancora, ma il traguardo da raggiungere è uno solo. E vale miliardi di euro. Si capisce subito tutto guardando all'interscambio Italia-Usa: 5 miliardi nel 2020, in crescita del 5% (stime Coldiretti su dati Istat). I produttori fanno i conti su quanto questo importo potrebbe aumentare senza lacci doganali. Il destino delle relazioni con gli Usa, però, non è l'unico cui prestare attenzione. La Brexit, per esempio, non si è conclusa e, anzi, devono ancora essere risolte questioni come il riconoscimento dei prodotti e la semplificazione delle procedure. L'Est, poi, continua a far pensare. D'altra parte, il comparto agroalimentare continua a rappresentare una delle prime voci attive dell'intero sistema economico nazionale. L'Italia agricola – è stato ricordato proprio dai coltivatori nel corso delle consultazioni per il nuovo governo – è al primo posto in Europa per valore aggiunto, sostenibilità e qualità. Il primato significa un valore di oltre 538 miliardi, 3,6 milioni di posti di lavoro, 740mila aziende agricole, 70mila industrie alimentari, oltre 330mila realtà della ristorazione e 230mila punti vendita al dettaglio. Stefano Patuanelli, nuovo responsabile dei destini dell'agroalimentare, ha un compito importante: difendere e valorizzare forse l'unico (o quasi) comparto produttivo italiano attualmente vincente nel mondo, ma anche affrontare temi delicati e trasversali, come il ruolo del settore in Europa e nella transizione ecologica, e anche questioni immediate come il riparto dei fondi Ue, la modernizzazione delle filiere, il contrasto alle infiltrazioni criminali. Tutto avendo a che fare con una filiera che spesso tende a litigare invece di cooperare.