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Quelle vite al tergicristallo

Pier Giorgio Liverani domenica 14 settembre 2003
Lo scandalo della settimana, per Il Giornale e Il Tempo (martedì 9), è la scoperta che «un gruppo» di lavavetri tunisini è stato trovato, a un semaforo di Roma, con l"incasso di una giornata: «150 euro, una barca di soldi, col minimo rischio, la minima fatica e senza lordarsi le mani di sangue» (ma di «un impiastro di sapone, catrame, polvere e sudiciume vario», che intasa anche gli alveoli polmonari). In un mese 150 euro, scrive il cronista, fanno 4mila euro, tanti da fargli dire: «Abbiamo sbagliato mestiere». Perché, allora, non cambia? Forse perché quel guadagno esige almeno dieci ore di lavoro, va diviso per tre, non c"è nei giorni di pioggia, espone al vento e al freddo, è causa di malattie polmonari, non produce pensione né assistenza sanitaria ed è il massimo della precarietà. Non è, dunque, «roba da signori», ma un umile e utile servizio da poveracci, ai quali impone «un nome degradante: vu lava"» e maltrattamenti quotidiani. Compresi, sui giornali del perbenismo, l"incomprensione, il disprezzo e l"irrisione del dramma di una vita a migliaia di chilometri da casa, appesa all"esile pendolamento di un tergicristallo.
IL PUGNO CHIUSOSull"Unità (mercoledì 10) Fulvio Abbate critica i vecchi schemi delle «manifesta-zioni ufficiali» nella comunista Corea del Nord. Scrive: ci sono lo stesso «ossessivo passo dell"oca: lo stesso della Germania di Hitler, dell"Urss di Stalin, del Vietnam comunista» e la stessa «massa plaudente». Qualche anno fa queste cose l"Unità non le avrebbe scritte. C"è però una nota rivelatrice: in mezzo a quella gente «nessuno sa fare esattamente il pugno chiuso». Com"è che lui se ne intende così bene?
SOLO MODESTAIn difesa di Berlusconi e della sua gaffe su Mussolini ("Non uccise nessuno e mandava gli avversari in vacanza al confino"), scende in campo, sul Giornale (venerdì 12), Giordano Bruno Guerri, noto per i 77 errori contenuti in un suo libro su Maria Goretti più un"altra decina, sempre di storia, in alcuni suoi articoli. Con l"occasione si esibisce in una nuova performance. Scrive che Berlusconi ha infranto solo «uno dei tabù su cui poggia la storiografia antifascista»: La «modesta sanguinarietà del regime».
LA QUATERNAPiù che l"attacco alle due torri di New York, l"11 settembre il Manifesto commemora la coincidenza della festa nazionale catalana (1714: una battaglia contro il re di Spagna), dell"uccisione di Allende (1973) e finalmente della distruzione delle twin towers. Sembra un terno, ma il titolo dice: «La santissima trinità dell"11 settembre». L"anno venturo bisognerà parlare di una quaterna, aggiungendo questo volgare e sanguinario insulto alla fede dei cristiani.
IL MULOAnnuncio dell"Unità (lunedì 8): «Il primo mulo nato da un mulo». Sembra una partecipazione di nascita e invece è la notizia della clonazione di una cellula di mulo che, però, per diventare mulo, ha dovuto essere impiantata in un ovocita di cavalla. Come si vede un mulo, per nascere, ha sempre bisogno di una cavalla e, in ogni caso, resta mulo, cioè incapace di riprodursi. Un bell"apologo per un moderno Esopo.