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Quelle risa berlinesi del '73 e il sorriso eterno di Bud Spencer

Gianni Gennari giovedì 30 giugno 2016
Lupus un po' extra. Ieri su “Repubblica” Emiliano Morreale ricorda Bud Spencer così: «Che lui e Terence Hill fossero famosissimi in Italia si sapeva. “Continuavano a chiamarlo Trinità” è il terzo film più visto da noi in Italia, ma la sorpresa è venuta dai commenti dall'estero, salvo che dalla Germania, dove per i due, Spencer & Hill, da sempre c'è “un vero e proprio culto”». Ecco al volo, e tra l'altro alla vigilia di un altro Italia-Germania, mi torna un ricordo. Estate 1973. Ero a Berlino – ancora divisa in due da un muro… E che muro! – per imparare il tedesco (lingua obbligata per il “mestiere” (ministero) della teologia (Rahner, Ratzinger, Von Balthasar, Haering, Fuchs ecc.) e andai a vedere proprio “Continuavano a chiamarlo Trinità” – in tedesco il titolo era “Quattro pugni per Alleluja” – e fu una sorpresa vedere i tedeschi (i tedeschi!) solitamente contenuti e seri, ridere a crepapelle, persino cadendo a terra dalle poltroncine, mentre sullo schermo si vedevano le girandole di pugni e corse, di lanci di una sacca di denaro come in uno scatenato incontro di allegro e folle rugby. Un successo italiano! Erano anni in cui i Gastarbeiter (lavoratori immigrati) in quella Germania erano tra gli ultimi, e oltre alla soddisfazione delle vittorie nel calcio – il 4 a 3 del 1970 bruciava ancora parecchio – questa sorpresa del duo geniale, Spencer & Hill, che si imponevano a Berlino, è ancora un motivo di sorriso, dopo 43 anni! Il buon Bud Spencer, che nella vita ha fatto sorridere anche tanti bambini, riposi in pace, là dove il sorriso è eterno per tutti. Domani Italia Germania: una rivalità fraterna, una competizione di uomini. Un saluto anche al nostro “Don Matteo”, ora impegnato in altre cose, ma ancora con il suo sorriso che, si sa, piace sempre e anche ai tedeschi.