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Siro di Pavia. Quelle radici orientali della fede lombarda

Matteo Liut venerdì 9 dicembre 2016
Nei primi secoli del cristianesimo c'era da essere orgogliosi a poter vantare un legame diretto con l'Oriente, con la terra dove erano vissuti i testimoni diretti delle vicende legate al Figlio di Dio. E così le agiografie vollero cementare questa genealogia anche per la Chiesa di Pavia, identificando il primo vescovo della città con il giovanetto che porse a Gesù i pani e i pesci per il famoso miracolo della moltiplicazione. D'altra parte san Siro di Pavia porta nel nome le sue origini: la Siria. La tradizione racconta che egli giunse in Italia al seguito di Pietro e venne poi ordinato dal primo vescovo di Aquileia, Ermagora. Fu in seguito inviato ad evangelizzare le terre tra il Ticino e l'Adige: si fermò a predicare a Verona, Brescia, Lodi e la stessa Milano. Le sue reliquie si trovano nella Cattedrale di Pavia.
Gli altri santi. San Juan Diego Cuauhtlatoatzin, veggente di Guadalupe (1474-1548); beato Bernardo di Gesù Silvestrelli, religioso (1831-1911).
Letture. Is 48,17-19; Sal 1; Mt 11,16-19.
Ambrosiano. Ger 17,19-26; Sal 14; Zc 10,10-11,3; Mt 21,23-27.