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Quel fuggire nell'irreale che conduce al crimine

Alessandra Zavoli giovedì 2 giugno 2022
Hai visto ieri in tv la disperazione di quelle madri americane alle quali un folle ha ucciso i figli mentre erano a scuola? Quelle immagini mi ha lasciato senza fiato.
«Sì Ale. Davvero allucinante».
Avevano tra i sei e i sette anni. Venti bambini e sette maestre freddati da un ventenne che prima di uscire di casa aveva sparato anche a sua madre. Che follia...
«L'America sarà anche un grande Paese, ma è incomprensibile come permetta a chiunque di portarsi a casa un'arma nel sacchetto della spesa, come uscisse dal supermercato. Basta riempire un modulo, metterci dentro i propri dati anagrafici, compilare un'autocertificazione se si hanno precedenti penali o si usano farmaci e il gioco è fatto. L'ho visto con i miei occhi durante i numerosi viaggi negli Stati Uniti. Ci sono veri e propri arsenali esposti nelle vetrine. E commessi che provano a venderteli col sorriso sulle labbra. Come fossero elettrodomestici».
Già. Hai detto giusto Sergio: il gioco è fatto. D'altra parte le lobby delle armi fatturano oltre 170 miliardi di dollari l'anno, uno strapotere contro il quale ogni governo di turno puntualmente registra il suo flop. Consoliamoci. In Italia almeno questo ci è risparmiato.
«Per fortuna. Pensavo però che il nostro Paese persevera in una disattenzione alla crescita emotiva e valoriale dei propri giovani. Una consuetudine che li spinge sempre più lungo percorsi minati. Come la fuga nell'irreale che finirà, ne sono certo, per coinvolgere tutti i Paesi della civiltà post-industriale. Accade sempre più spesso che la realtà non piaccia più. Il catastrofico, il visionario, il demoniaco sono la nuova richiesta del mercato, si rifà viva la profezia millenaristica. I nuovi idoli hanno il volto del rancore vendicativo e non più come un tempo, dell'austera giustizia. Il successo di astrologi, pseudoesorcisti, maghi e affini, sarebbe la risposta altrettanto mitica alla crisi di un mito. Ricordo ancora un colloquio con Michael Collins, l'astronauta che rimase a bordo del Columbia in orbita intorno alla luna mentre Neil Armstrong comandante della missione ed Edwin Aldrin scesero a bordo del modulo Eagle. Collins, che era soprannominato il "romano" perché nato nella Capitale – dove il padre generale dell'esercito aveva un incarico all'ambasciata – a un certo punto mi disse: "Ma lo sa che la gente in giro per il mondo va matta per la magia?". E mi rivelò che nel solo 1985 era stata spesa la stessa quantità di denaro investita per lanciare la navetta spaziale. Un gran brutto segno. Una deriva pericolosa che può condurre su crinali distruttivi e scopre il fianco a subdole, antiche pigrizie, vecchie tentazioni: di credere che comunque, tutto quanto ci aspetta ci sarà sempre più ostile. Così, il gioco di screditare il presente e il futuro ritrova un'infinità di tavoli e di bari. Tra un sinistro fiorire di comunità pseudo spirituali e inquietanti fenomeni settari che pericolosamente avanzano nel nome di un connubio blasfemo tra spiritualità e autodistruzione. Ma che in realtà fanno della manipolazione lo strumento di potere assoluto in grado di condurre le proprie vittime sull'orlo del crimine».

Lascito prezioso dell'ultimo tratto del percorso terreno di Sergio Zavoli sono i suoi "dialoghi familiari" con la moglie Alessandra, giornalista a sua volta, che in questa rubrica offre ai lettori di "Avvenire" sintesi a tema di quelle riflessioni.