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Quando la storia è più di una prova

Pier Giorgio Liverani domenica 4 settembre 2005
E' noto che i musulmani non credono alla divinità di Gesù: il Corano ne parla come del penultimo profeta e nega che, comunque, un inviato di Dio possa essere stato crocifisso. Cristo si sarebbe fatto sostituire sul patibolo da un sosia. Nella sua polemica contro l"Islam, Oriana Fallaci ha scritto " cito da Pietro Citati su La Repubblica di venerdì 2 " che in questo modo «i musulmani hanno offeso il Cristianesimo cancellando la morte di Cristo». Osserva però Citati, a sua volta polemizzando con «i troppi errori della nuova Giovanna D"Arco», che «questa è un"idea cristiana». E spiega: «In un periodo attorno o poco dopo l"ottanta dopo Cristo ["] una parte dei cristiani credeva che Gesù Cristo fosse un grande angelo, disceso in terra attraverso i cieli. Sulla terra aveva rivestito l"apparenza di un uomo; e in croce era morto il suo doppio mentre Cristo "stava lì vicino camuffato e irrideva i suoi persecutori"». Non so da dove Citati abbia preso la citazione virgolettata, ma nego che questa fosse "un"idea cristiana": chi non crede alla divinità di Gesù e alle sue due nature nell"unica sua persona, semplicemente non è un cristiano. Anche il filosofo Umberto Galimberti aveva scritto, sul Venerdì di Repubblica (27 agosto) di "una certa idea di Gesù", rispondendo a due lettere: la prima sull"episodio della donna Cananea che Cristo sembra voler escludere, perché non ebrea, dalla sua missione di salvezza universale; la seconda che parla di un libro "ancora inedito" ("La favola di Cristo") che «dimostra in maniera inconfutabile la non esistenza di Gesù Cristo come personaggio storico». Galimberti, citando Nietzsche, «alza addirittura il tiro da Cristo a Dio per osservare che il problema non è di sapere se Dio esiste o non esiste, ma se è vivo o se è morto». Infatti, sostiene, «la verità di un"idea non è da cercare nell"idea stessa, ma negli effetti di realtà che produce e nella storia che è capace di generare». Insomma: «La fede non ha bisogno della prova storica», tanto è solo un"idea. Vecchia e superata idea razionalista, che ignora di che fede è fatto il cristianesimo, di cui la storicità è parte integrante essenziale, come dimostra la storia "dopo Cristo" (che costituisce assai più di una semplice "prova") e checché ne dicano qualche libro inedito e qualche filosofo giornalisticamente fin troppo edito.
"RUOTE" LAICHE TARDIVEDopo la serie di episodi di bambini abbandonati nei cassonetti, La Repubblica registra con grande partecipazione («Bimbi abbandonati, ritorniamo alla "ruota"», venerdì 2) la proposta, lanciata a Firenze dall"antico Ospedale degli Innocenti, di ripristinare l"antica "ruota dei trovatelli". Non sarebbe male come alternativa all"abbandono e alla morte («Una provocazione intelligente», dice il neonatologo Giampaolo Donzelli, dell"Università di Firenze), ma sarebbe giusto anche ricordare che da almeno quindici anni i "cassonetti per la vita" sono in funzione in diverse città (per prima Casale Monferrato, Alessandria) su iniziativa del Movimento per la vita, ovviamente sempre censurato.
PROPRIETÀ SACROSANTAIl Corriere della sera registra (mercoledì 31) la "rissa tra castristi e guevaristi" in corso sul Manifesto per la proprietà letteraria delle opere di Che Guevara. Strano: i comunisti sono contro la proprietà privata (Bertinotti lo ha ricordato recentemente), ma non si vergognano di litigare per la proprietà di scritti che dovrebbero essere "di tutti" (il Manifesto, 30 agosto), ma cui sono legati diritti d"autore di rilevante entità. Sennonché pecunia non olet, soprattutto quando quei diritti di proprietà, come titola il Manifesto (31 agosto), vengono definiti "sacrosanti".