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Prime nubi sui fiori italiani

Andrea Zaghi domenica 12 giugno 2022
Miliardario ma in una situazione delicata. E sottoposto a tutti i venti malevoli del momento. Anche settore florovivaistico stringe i denti e cerca di guardare oltre la crisi. Pensando a come usare il Pnrr. Il punto sulla situazione è stato fatto nel corso della presentazione dell'edizione 2022 di Flormart di Padova (a settembre organizzata da Fiere di Parma). L'indicazione che emerge dai conti e dalle analisi di chi con fiori e piante ornamentali ci lavora ogni giorno è piuttosto chiara. Il florovivaismo italiano vale 2,5 miliardi, conta circa 21.500 imprese (14mila producono fiori e piante in vaso e 7.500 piante per il vivaismo), le esportazioni raggiungono il miliardo; mentre la produzione italiana costituisce il 15% di quella Ue. Nei primi due mesi del 2022 è stato in linea con il primo bimestre 2021; poi è cambiato tutto: in marzo-aprile c'è stata una flessione del 3/4%; e anche le esportazioni hanno fatto registrare un taglio del 5%. Venti di crisi. Che si aggiungono agli altri che arrivano dall'aumento dei costi di produzione (basta pensare a quanto si spende per riscaldare le serre), dalla diminuzione del potere d'acquisto, dalle difficoltà nel reperimento dei mezzi tecnici e dall'aumento dei costi di trasporto. La risposta pare essere una sola: usare bene le risorse in arrivo con il Pnrr. Si tratta dei fondi messi in conto per la forestazione urbana, quantificati in 330 milioni: il bando è stato pubblicato a marzo e le domande devono arrivare entro giugno. Il florovivaismo potrà dare un forte contributo alla forestazione urbana e quindi al contrasto al cambiamento climatico. Anche se le emergenze del momento devono essere affrontate. Lo sa il governo, lo sanno Coldiretti, Confagricoltura e Cia-Agricoltori Italiani che, con accenti diversi, parlano di contributo importante da parte del settore proprio sul fronte dell'ambiente e della biodiversità. Il fatto è che circa il 15% delle imprese del comparto pare essere a rischio chiusura. Ogni rilancio deve partire dal superamento di questo rischio.