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Umiltà. Prima sposa e madre, poi eremita e monaca

Matteo Liut domenica 22 maggio 2016
La santità non conosce stati di vita privilegiati, ma può essere raggiunta da tutti, in qualsiasi condizione. Lo dimostra santa Umiltà, al secolo Rosanese Negusanti, che fu sposa e madre, poi religiosa e fondatrice. Nata nel 1226 a Faenza, nel 1242 sposò Ugolotto Caccianemici, con il quale ebbe due figli, ma entrambi morirono da neonati. Nel 1250 quindi i due sposi scelsero la vita da religiosi, una decisione non inconsueta per l'epoca: Rosanese prese così il nome di Umiltà. Nel 1254 la donna si ritirò a vita eremitica presso l'abbazia vallombrosana di Sant'Apollinare e qui attirò numerose giovani che divennero il nucleo del monastero di Santa Maria Novella della Malta fondato da Umiltà nel 1266. Nel 1282 si trasferì a Firenze, dove fondò il monastero di San Giovanni Evangelista. Morì nel 1310.Altri santi. Santa Giulia, martire (V sec.); santa Rita da Cascia, vedova e religiosa (1381-1457).Letture. Santissima Trinità. Pr 8,22-31; Sal 8; Rm 5,1-5; Gv 16,12-15. Ambrosiano. Gen 18,1-10a; Sal 104; 1Cor 12,2-6; Gv 14,21-26.