Pretese cattedratiche assortite tra Cina e offese al buon senso
Ora, in tempi del coronavirus, qualche nuovo mistero in questa Cina c'è, ma pretendere di salire in cattedra per istruire il Papa su come fare il Papa pare comunque un eccesso di presunzione. C'è altro ieri? Sì, a firma Silvana De Mari ("La Verità", p. 17). Lei non condivide il severo giudizio del Papa sulla fabbrica delle armi da vendere ai Paesi in guerra: «A uccidere, in guerra, è chi usa le armi, non chi le produce»! Segue spiegazione esemplare: «Così come non è colpevole il falegname che costruì la croce su cui morì Gesù». Geniale! E talora il genio si spreca...
Su "Repubblica" per esempio da qualche tempo in pagina varia, lassù, c'è un simpatico "Cucù" di Francesco Merlo che annuncia in poche righe anche le cose più grandi. E così ieri (p. 39) si rivela che «il 60% della popolazione mondiale è asiatica, ma lì i cattolici sono il 2%, escluse le Filippine, che sono un'enclave latina». Realtà trascurabile! Parlano i fatti, resta poco: «il Giappone è shintoista, l'India induista e musulmana: Pakistan Indonesia, Bangladesh e Malesia musulmani…» Sì! I cattolici «in Sud Corea crescono», ma è poca roba e Merlo ha capito tutto! Cosa resta? Niente e tanto. E lui per questo rivela: «Dunque il Papa "gioca" con la Cina»! Stiano tranquilli i pretesi cattedratici, è solo un gioco. Cucù!