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Preghiera e digiuno per distinguere la polvere dal vero bene

Gloria Riva giovedì 22 febbraio 2018

Siamo alle soglie di elezioni importanti. Lo sono sempre "importanti", ma questa volta forse di più. La posta in gioco è sempre più alta e il panorama politico e culturale degrada vorticosamente verso un basso che più basso è difficile da immaginare.
Siamo alle soglie di una giornata di digiuno per la pace, chiesta dal Papa e non ci rendiamo conto di quanto bisogno ci sia, di preghiera e digiuno, per vedere meglio e superare le sfide odierne. «Le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie» ha detto papa Francesco nell'Angelus del 4 febbraio. E se questo vale per la situazione in Medioriente, vale anche per la nostra Europa e per l'Italia in particolare.
Mi sono imbattuta per caso nell'arte di Pawel Kuczynski, artista polacco che ha frequentato l'accademia di Poznan, città in cui nel 1399 è avvenuto uno straordinario miracolo Eucaristico. Da tre ostie, violate con un punteruolo, incominciò a sgorgare sangue. Lo sgomento dei profanatori non finì qui: una goccia di quel sangue schizzò in faccia a una ragazza non vedente che, immediatamente, recuperò la vista.
Si sfregia il corpo di Cristo non soltanto con atti sacrileghi inferti al Sacramento, ma anche con azioni ignominiose che profanano l'uomo. Dagli omicidi più efferati fino alla manipolazione genetica, ogni giorno nuovi orrori allungano la lista. Con tali orrori negli occhi guardavo le realizzazioni grafiche dell'artista polacco, tra le quali questa. Una tranquilla donna di casa si accinge a sbattere il tappeto, operazione primaverile un tempo molto comune. Il tappeto però è un dollaro e la polvere che si sparge da quella percussione è fatta di armi, elmetti e coltelli. E mi scopro a pensare che, al di là della polemica antiamericana, il curioso tappeto potrebbe essere facilmente sostituito dall'euro o dal renminbi cinese o dal rublo russo e poco cambierebbe. Per quanto si scuotano le nostre problematiche socio-culturali sotto sotto ci cova sempre il dio denaro il cui culto ormai è la vera religione di Stato. Non facciamoci illusioni: dietro certe impennate religiose e certe spinte riformiste, dietro i fondamentalismi di vario colore c'è questa divinità che da sempre accompagna l'uomo.


Come si può in tale contesto capire il linguaggio della preghiera e del digiuno? O accogliere il grido di allarme che sale dal cuore dei veri credenti? Non certo l'innocua donna di Kuczynski che si è così abituata alla logica televisiva del Grande Fratello (dove baro, adulterio ed eliminazione è lo stesso intrigante motivo dello spettacolo), che nemmeno si accorge della minaccia nascosta dentro la polvere di casa.
L'esito è chiaro: qualora gli equilibri di Mammona crolleranno una bella guerra, con il suo bagaglio di dolore e di morte, risolverà e risolleverà l'economia (di alcuni) e getterà però (tanti) nel disagio più totale.
Un'altra opera di Kuczynski mostra un ragazzo che si scalda accanto a un muro altissimo. Appoggiata al muro, una scala a pioli permetterebbe al ragazzo di evadere, di scavalcare quella barriera per niente rassicurante. Eppure ciò non avviene, anzi per avere un po' di tepore il nostro non esita a tagliare i pioli dalla scala (ne mancano già una decina) bruciandoli al fuoco.
Grazie a Pawel mi è apparso tutto molto chiaro: stiamo bruciando ciò che ci salverà e ci prendiamo cura (il tappeto della buona casalinga) di ciò che presto ci ucciderà. Possiamo dubitare che pregando e digiunando si possano cambiare le sorti del mondo, ma farlo servirà ad avere le idee più chiare e a discernere tra la polvere il vero bene.