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Antonella Mariani. Ponte Padova-Somalia per la piccola Aisha

AA. VV. martedì 21 luglio 2015
Il professor Cosimo Gigante ha saputo dell'esistenza di Aisha qualche mese fa, quando un uomo di origine africana gli si è parato davanti mentre entrava in ospedale. «Dottore, c'è una bambina nel mio Paese che deve essere operata – gli ha detto in un buon italiano –. Non cammina, ha una grave deformazione a entrambe le ginocchia. Cercando su internet, abbiamo scelto lei per l'intervento». La storia, in breve, è andata così: Aisha (nome di fantasia, ndr) è nata in una piccola comunità rurale della Somalia. Una malformazione congenita – che in Italia si diagnostica prima della nascita con l'ecografia e si corregge nei primi mesi di vita con manipolazioni e gessi, tanto che la letteratura scientifica non contemplava prima d'ora casi di trattamenti tardivi oltre i 2 anni di età – la costringeva all'immobilità. I familiari, navigando su internet, hanno scoperto che Aisha poteva essere curata, e che l'Ortopedia pediatrica dell'ospedale di Padova era il posto giusto. Da lì è partita la mobilitazione: la comunità somala del Veneto ha rilanciato la colletta avviata nel villaggio di Aisha, insieme a numerose associazioni italiane, tra cui Padova Ospitale. Il professor Gigante nel frattempo ha preparato l'intervento a distanza, esaminando filmati e sbiadite radiografie. La piccola, arrivata in Italia con la mamma, è stata operata un paio di mesi fa: «È andato tutto bene, ci sono i presupposti perché possa camminare», spiega il medico, a capo del team tecnico. La riabilitazione però durerà parecchi mesi; chi vuole contribuire alle spese può donare attraverso il sito http://padovaospitale.com.