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Più; spazio a produttori locali

Andrea Zaghi sabato 7 gennaio 2006
Nel 2006 l'agricoltura italiana potrebbe trovare nuovi orizzonti di sviluppo. Questo, almeno, sembrerebbe stando ad alcuni nuovi strumenti messi a disposizione da una serie di disposizioni di legge che dal primo giorno dell'anno sono entrate in vigore. Tutto senza contare il rinnovato interesse verso molte delle produzioni agroalimentari nostrane.Nel 2006, per esempio, dovrà essere fatto più spazio negli scaffali della Gdo alle produzioni alimentari locali. Si tratta della conseguenza della Legge 231 dello scorso anno (Interventi urgenti in agricoltura), che obbliga i supermercati a prevedere «congrui» spazi per queste categorie di alimenti. Certo, occorrerà vedere quanto ampi saranno queste spazi e quanto, alla fine dei conti, potranno influenzare le propensioni d'acquisto dei consumatori. Una disposizione più o meno simile riguarda anche i mercati locali: in questo caso, i Comuni dovranno prevedere adeguati spazi per i produttori. Per la Coldiretti, tutto ciò significa il vero e proprio via libera ai cosiddetti Farmers Market che in altri Paesi hanno già riscosso un notevole successo. Occorrerà vedere, adesso, cosa accadrà in Italia.Un altro provvedimento di legge, poi, prevede per la prima volta multe severe e onerose per chi mette in commercio i falsi prodotti alimentari italiani. Sono previste sanzioni fino a 20mila euro per chi ' dal commerciante all'importatore ' mette in circolazione false prelibatezze Made in Italy. Anche questo, forse, servirà per aiutare la ripresa dell'agroalimentare nostrano visto che ' stando a una ricerca di Nomisma ripresa da Coldiretti ' nel menù globale un piatto italiano su tre è falso.Basterà tutto ciò? Probabilmente no, anche perché il vero destino delle imprese agricole si gioca non solamente sui prodotti tipici e su quelli locali, ma soprattutto sul resto della produzione alimentare oltre che sulla cosiddetta multifunzionalità della gestione agricola. Intanto ' e si tratta pur sempre di segnali incoraggianti ' alcuni comparti mostrano interessanti segni di ripresa. Secondo l'Ismea, per esempio, il mercato dei vini ha fatto segnare evidenti passi positivi. Secondo gli ultimi dati definitivi a disposizione, il consumo di vini nel mondo sarebbe cresciuto di due milioni di ettolitri in un anno e di 11 milioni in dieci anni. E una parte di rilievo è stata coperta dai vini dello Stivale. In Italia, d'altra parte, in un anno sarebbero stati spesi circa un miliardo e 700milioni di euro in vini di vario genere, con una crescente propensione per le etichette Doc e Docg a scapito di quelle da tavola. Più in generale, il miglioramento del livello dei consumi alimentari appare davvero come in via di consolidamento, congiuntura e capacità di spesa permettendo. Ma qualità e organizzazione, capacità commerciale e di aggregazione, sembrano essere in ogni caso le caratteristiche ineliminabili per avere successo nei mercati agroalimentari. Su queste basi si giocano le prospettive per il 2006 e oltre.