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Pietro e Paolo. Perché la vita di fede è sempre relazione

Matteo Liut mercoledì 29 giugno 2022
Non si può immaginare l'uno senza l'altro: i santi Pietro e Paolo sono il volto storico di una Chiesa aperta al mondo, legata al mandato del Risorto, missionaria nella storia. Ma sono anche il volto di una fede condivisa tra "amici" e compagni di cammino, perché il Vangelo si fonda su una relazione fondamentale, quella tra Dio e l'uomo, che vive e s'incarna nella relazione tra coloro che sono chiamati a testimoniarlo. Testimoni imperfetti, che sbagliano, ma sanno fare della proprie debolezze una breccia dalla quale lasciare entrare Dio nelle loro vite. Secondo i racconti evangelici Pietro era fratello di Andrea e aveva incontrato Gesù sul lago di Galilea, rimanendo con lui fino alla fine. La sua autorevolezza è chiara nei Vangeli, così come la sua debolezza, che lo porta a rinnegare Gesù per poi offrire però la propria vita per il Risorto. Paolo, originario di Tarso, invece, era un persecutore dei cristiani quando sulla via per Damasco incontrò Cristo. Dopo la conversione divenne araldo dell'universalità del messaggio di Cristo. Sia Pietro che Paolo morirono martiri a Roma tra il 64 e il 67.
Altri santi. San Siro di Genova, vescovo (IV sec.); san Cassio di Narni, vescovo (VI sec.).
Letture. Romano. At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,13-19.
Ambrosiano. At 12,1-11; Sal 33; 2Cor 11,16-12,9; Gv 21,15b-19.
Bizantino. 2 Cor 11,21-12,9; Mt 16,13-19.