Piccole ammuìne, e grandi domande
Non lo sanno all'"Unità" che l'ammuìna alla napoletana che trova senso nel non senso - «Quelli che stanno sopra vanno sotto, quelli che stanno sotto vanno sopra, quelli che stanno a prua vanno a poppa, ecc.» - è regola unica del soggetto? Senza ammuìne che sarebbe? E il mondo d'oggi è pieno di "ammuìne". Ci penso leggendo sui giornali, ieri, le commemorazioni della morte di Ingmar Bergman - cui oggi seguiranno, sicuro - quelle per Michelangelo Antonioni. Due grandi, che hanno pensato al senso dell'esistenza, e si sono anche interrogati seriamente su Dio, che in fin dei conti è anche chiedersi dell'uomo come tale. Penso a "Settimo Sigillo" e "Il posto delle fragole" per il primo, e a "Deserto rosso" per il secondo, potrei pensare al Buñuel de "La via lattea", o a Fellini, Dreyer, Bresson e tanti altri maestri e vedo tanta ammuìna frou che va di moda oggi, sugli schermi e in pagina. Già! Dio, ed il legame tra l'interrogarsi su Lui e rispondersi sulla realtà dell'uomo, anche solo da Dante Alighieri ad oggi - poesia, filosofia, arte ecc. - di fronte alle ridanciane liquidazioni di certi "guru" odierni alla Odifreddi e Hitchens che straripano in pagine prestigiose, vezzeggiati, invitati, magari ammirati ben più di gente che pone questioni serie che scavano dove meno te lo aspetti. Detta tra noi: al confronto solo ammuìna.