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PERCHÉ NON PARLI?

Rosanna Virgili domenica 12 giugno 2016
Si racconta che Michelangelo chiedesse al suo Mosè, dopo averlo scolpito sul marmo: «Perché non parli»? Quel volto era così eloquente che gli mancava la parola! Ovvio, perché le pietre sono mute. Davvero? Chi nasce in Sardegna non può ignorare le sue pietre. Deve fermarsi a osservarle, sedersi ad ammirarle, farsene coccolare. Se hai la pazienza di guardarle ascoltando, di riempire l'orecchio del loro immenso silenzio, prima o poi qualcosa accadrà. Eco di una memoria antica come il mondo, che fa invidia alle creature mortali, la pietra può parlare! Pinuccio Sciola ha avuto la calma, l'amore senza paragone, ha cullato di tenerezza le pietre della sua San Sperate, vi si è accucciato dentro come succede col corpo di una donna e come si ritorna al ventre della madre. «Prima di suonare faccio il gesto della preghiera. La pietra è sacra, accarezzandola vengono fuori suoni sopiti da miliardi di anni!». Ogni pietra ha un suono diverso: quello dell'acqua è della pietra calcarea, frutto di glaciazioni; quello del fuoco è il canto del basalto, partorito dal ventre dei vulcani. Ci sono pietre che hanno raccolto perfino il suono di una polvere di stelle. E perché, allora, il Mosè non parlava? Perché il marmo è una pietra duttile e affidabile, che non rivela i suoi segreti!