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Per una Rete più sicura non basta la tecnologia

Gigio Rancilio venerdì 1 febbraio 2019

Fra qualche giorno, il 5 febbraio, sarà il Safer Internet Day, cioè la Giornata per una Rete più sicura. Istituita nel 2004 dall'Unione europea, «è una Giornata internazionale di sensibilizzazione per i rischi dell'internet».
In 15 anni molto lavoro è stato fatto per migliorare la Rete. Eppure, ogni giorno, ci sembra che resti ancora così tanto da fare e i problemi così numerosi da far assomigliare l'impegno di chi si batte per un internet migliore al lavoro di chi prova a svuotare il mare con un cucchiaio.
Arrendersi alla «deriva inevitabile di web e social» sarebbe però un errore madornale. Proprio perché i rischi legati alla Rete sono enormi e in continua evoluzione non significa che non dobbiamo lavorare per combatterli ma esattamente il contrario. Dobbiamo sforzarci tutti ancora di più. Il nocciolo del problema infatti non è tecnologico (come alcuni credono) ma educativo. Dobbiamo cioè educarci (tutti) ed educare (tutti) a diventare cittadini digitali. Per farlo occorre però molta onestà, innanzitutto con noi stessi. Chiediamoci: quando tempo spendiamo ogni giorno a lamentarci dei guai di internet, dei social e degli smartphone e quanto poco tempo dedichiamo alla comprensione di questi strumenti e quanto poco alla creazione di atteggiamenti e di contenuti positivi da immettere in Rete?
Serve anche una sana dose di realismo. Quella che ci deve far comprendere che se non ci occupiamo innanzitutto noi stessi di rendere la Rete più sicura, nessuno potrà risolvere le cose (magicamente o per decreto) per noi.
Per capirci: leggendo un sondaggio commissionato da Google a YouGov sul tema della sicurezza online, realizzato proprio in occasione del Safer Internet Day, si scopre che più del 38% degli intervistati continua ad utilizzare la stessa password per alcuni o addirittura per tutti i servizi online utilizzati. Cioè, non applica nemmeno le più normali regole di sicurezza. Capirete che se siamo così indietro sulle cose più banali, significa che davanti abbiamo una montagna da scalare. Per questo vanno apprezzate iniziative come quella messa in campo da Tv2000, che da stasera alle 19 manderà in onda un ciclo speciale di «Attenti al lupo» dedicato all'educazione digitale, in collaborazione con l'Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali della Conferenza Episcopale Italiana e l'Università Cattolica del Sacro Cuore. Si tratta di sei appuntamenti settimanali, attraverso i quali il programma ci darà la possibilità di imparare quali pericoli si nascondono nella Rete, a riconoscere le notizie false da quelle vere, a capire come si possono aiutare i bambini e i ragazzi ad usare in maniera positiva computer e smartphone e in che modo questi strumenti possono essere utili in famiglia, a scuola, in parrocchia. Se invece cercate dei video semplici e utili su questi argomenti c'è anche il progetto di Google «Vivi Internet al meglio», destinato soprattutto ai ragazzi.
Qualunque sia la vostra età dovreste cercare di tenere a mente queste regole di base: ogni cosa che facciamo in Rete lascia una traccia (che potrà essere usata contro di noi anche fra anni); ogni cosa che su web e social sembra troppo facile o troppo generosa spesso nasconde truffe; dobbiamo imparare a gestire la nostra sicurezza (di base) cambiando regolarmente password (e usandone di diverse); dobbiamo impegnarci per diffondere più gentilezza e contenuti di valore e meno odio o contenuti spazzatura; dobbiamo lavorare tutti per tenere la Rete pulita, anche segnalando contenuti inappropriati. Vi assicuro che funziona. Soltanto ieri ho fatto rimuovere da Facebook dei contenuti di odio da un portale (apparentemente) dedicato alla cucina. Perché sarà anche vero che uno solo di noi non può fare molto, ma tutti insieme possiamo fare la differenza.