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Ottavio, Solutore e Avventore. Per Torino testimoni del coraggio che la fede dona davanti alla violenza

Matteo Liut domenica 20 novembre 2022
La fede è coraggio, la fede rende saldi nel vivere controcorrente, davanti alle violenze e alle prepotenze del mondo. E così, scelta dopo scelta, nella vita quotidiana, sui passi del Vangelo e nel dono di se stessi per gli altri, si diventa santi. Meditando sull’eredità spirituale dei santi Ottavio, Solutore e Avventore, san Massimo di Torino ci ricorda che questo vale ancora di più per i martiri: «I beati martiri né per sé son vissuti, né per sé son morti. Poiché a noi hanno lasciato un esempio di vita con la loro bontà e di fortezza con la loro passione». I tre martiri a cui si riferiva il primo vescovo di Torino appartenevano alla legione tebea. La storia di questo reparto dell’esercito romano è nota: si trattava di uomini provenienti da Tebe e inviati nel cuore d’Europa per difendere i confini dell’Impero Romano dagli attacchi di alcune popolazioni straniere. Giunti nel Vallese, però, a essi venne ordinato di cacciare, catturare e uccidere le popolazioni locali, che si erano convertite al cristianesimo. Un mandato sanguinario voluto dall’imperatore Massimiano. Ed ecco il primato della coscienza di questi soldati: nessun comando di morte poteva avere la meglio sulla loro scelta di testimoniare il Dio della vita. Venne ordinato, così, di decimare i soldati, ma alcuni, come Ottavio, Solutore e Avventore, fuggirono. Inseguiti, i tre furono catturati e uccisi nei pressi di Torino. Altri santi. San Cipriano di Calamizzi, abate (XII sec.); beata Maria Fortunata Viti, benedettina (1827-1922). Letture. Romano. Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. 2Sam 5,1-3; Sal 121; Col 1,12-20; Lc 23,35-43. Ambrosiano. II Domenica di Avvento. Ger 2,1-2a.30-32; Sal 129 (130); Eb 1,13–2,4; Mt 10,1-6. Bizantino. Ef 2,14-22; Lc 12,16-21.