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Papa Francesco: previsioni ottuse E parole forti di vera "profezia"

Gianni Gennari giovedì 27 novembre 2014
Papa ed Europa, prima. Martedì: "Il Giornale" (25/11, p. 18: «Il Papa a Strasburgo per spezzare il gelo tra Europa e Vaticano») prevede freddezza: «Lungo le strade non troveremo di certo fedeli che sventolano bandierine… la solita atmosfera, una giornata come tutte le altre». Unica novità, lì, risulta la prodezza di una "femen". Tu leggi mentre vedi la gente che festeggia il passaggio, poi ascolti parole grandi applaudite più di 10 volte, l'ultima per 3 minuti filati. Vero che a sera il "Tg La7" ripete due o tre volte che saranno «presto dimenticate». Per la cronaca subito fatto nelle edizioni seguenti. Dopo, cioè ieri, leggi su tutte le prime pagine che «Il Papa scuote», «sferza», «sveglia» l'Europa, e certe "profezie" si fanno ridicole. Infatti, sono state parole forti. Un sussulto persino sul "Foglio" (p. 2): «Valori inalienabili, sacralità della vita, diritti criticati: un nuovo Papa»! Nuovo? Mah… Si aggiunge "Il Fatto" (Politi: p. 22): «Il Papa dei poveri e i burocrati sordi». E a sorpresa ("Repubblica", p. 32) trovi Michele Serra. Così: «Nello straordinario discorso di papa Francesco a Strasburgo almeno un passaggio, in quel contesto, faceva sussultare: "L'Europa non deve ruotare intorno all'economia, ma intorno alla sacralità della persona umana"». E poi: «In poco più di una riga c'era - mi si perdoni la metafora poco "papale" - tanto tritolo quanto ne bastava per far saltare in aria l'intero europarlamento». Seguivano riflessioni amare sul presente e, «di fronte alle carte contabili» oggi continuamente esibite «come tavole di legge», questa conclusione: «Se non la "sacralità", la dignità delle persone che lavorano (o non lavorano più, a milioni) non è un concetto che riusciamo ad associare all'Europa». Profezia, parola che viene dall'alto: il vero profeta è Francesco.