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Pagine vuote per trascuratezze e raffinate incomprensioni

Gianni Gennari martedì 6 giugno 2017
Pienezza di vuoto, più o meno a sorpresa. Se scopri, per esempio "Huffington Post" (30/5), che «non ho letto critiche alla durissima requisitoria contro le logiche di mercato di Francesco Bergoglio (sic!) sabato scorso all'Ilva di Genova», puoi semplicemente pensare che chi scrive, Giuseppe Laterza, ha letto davvero poco, perché le critiche non solo ci sono state su molti giornali ma sono state tante e aspre, e allora capisci anche perché, secondo l'autore, «quella di Bergoglio è una ideologia» giudicata con «una compiacenza ipocrita». Troppa sicurezza e poca lettura. Un po' troppa sicurezza la trovi anche, e a sorpresa, sul "Corsera" (4/6, p.31: «Il vangelo secondo Lenin») dove Sergio Romano mette stranamente in parallelo il bolscevismo come «ideologia (quasi) religiosa» e «l'ascesa dell'islam dopo la profezia e l'insegnamento di Maometto». Dunque marxleninismo «come una fede, che ha come ogni religione un profeta (Lenin) un ristretto gruppo di apostoli (i compagni della prima ora), il costruttore della Chiesa (Stalin) e una legione di monaci combattenti, pronti al martirio». Con questa conclusione: «Il comunismo non fu una ideologia laica»! C'è del verosimile? Sì, purché non si finisca col dire che anche il comunismo è colpa della religione, ovviamente quella ebraico-cristiana, e che la vera civiltà si avrà solo quando tutte le religioni, cristianesimo ed ebraismo compresi, senza distinzione alcuna, saranno cancellate. Ma così si torna da capo: parole tante per trovare una mancanza di senso, tra trascuratezza di approccio, vuoto di informazione accurata, pura e semplice superficialità di premesse in prosa illustre, forbita e solenne, fatta di consequenzialità approssimata, senza basi reali, e quindi con conclusioni puramente stiracchiate: due letture deludenti.