Ortodosso, ucraino, russofono: il sito di news che non può tacere
Conoscere il codice genetico di questi giornalisti rende ancora più significativa la lettura delle news che hanno pubblicato negli ultimi giorni. Mentre continuano a denunciare le «ostilità interconfessionali» di cui si dicono vittime, non esitano a parlare esplicitamente di «guerra», di «invasione militare», di «bombardamenti» e di «profughi», termini che in Russia sono banditi dall'informazione. Mi colpisce anche che i post più popolari (tra le 11mila e le 16mila visualizzazioni) dell'edizione russa ( bit.ly/3vH1hm1 ) raccontino – pur senza farlo proprio – dello scoramento di questa Chiesa: fedeli, chierici, gerarchie non comprendono perché il loro patriarca Kirill, capo della Chiesa ortodossa russa, non abbia preso le distanze dall'invasione decisa dal presidente Putin. C'è un appello allo stesso Kirill perché chieda a Putin di fermare le ostilità; in almeno 15 diocesi i vescovi dispongono di non nominarlo durante la divina liturgia; ci sono chierici che chiedono apertamente il distacco della loro Chiesa da Mosca. Il grado di radicalità è diverso, ma il segnale è inequivocabile.