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Oroscopi e strategie

Pier Giorgio Liverani domenica 3 gennaio 2010
Sul Giornale una firma parlamentare del Pdl definisce «ridicole le crociate contro gli oroscopi» e «persino meno serio e meno educativo [dell'astrologia] battersi, usando il nome cattolico», contro i programmi di previsioni della Rai. Il «nome cattolico», nel caso, è quello dell'Aiart, che ha chiesto di eliminare questo genere dai programmi Rai. Nello stesso senso, però, si era pronunciato anche il Consiglio Nazionale degli Utenti, che è un una istituzione dello Stato. Sul quotidiano milanese un sommario sintetizza così la questione: «L'unico peccato di chi segue gli astrologi è quello di andare contro la propria intelligenza». Si dà il caso che l'«autorevole» firma citi «il Catechismo della Chiesa Cattolica, firmato da Wojtyla, Ratzinger e Maggiolini», che -
sottolinea - «è perentorio» e « al numero 2116 colloca la divinazione tra le infrazioni contro il primo comandamento». Che anche il Catechismo sia meno serio e meno educativo degli oroscopi? Tra Il Giornale e Libero c'è stato un recente scambio di direttori, che in entrambi ha lasciato tracce evidenti. Eccone una piccola dimostrazione.
Domenica scorsa Il Giornale, che è di proprietà della famiglia del Presidente del Consiglio, ha aperto la prima pagina con un titolone di sole tre parole: «Il Cavaliere innamorato». Probabilmente voleva essere un titolo politico e serio, ma, al contrario, evocava considerazioni di altro tipo. Qualche giorno dopo, l'ultimo dell'anno, è stata la volta di Libero: un editoriale dalla firma autorevole (senza virgolette) s'iniziava in prima pagina con questo titolo: «Ecco perché Silvio usa la parola amore», e continuava in quarta con un altro, che - ahimè - rivelava i fini strumentali di quell'uso: «Perdono e amore, la strategia porta-consensi». Come se non bastasse il sommario spiegava: «Il gesto del premier verso il suo aggressore, come il cristianesimo, sovverte la legge dell'odio che domina il mondo. Per questo attira i favori della gente». La piaggeria, a volte, ottiene effetti contrari a quelli desiderati ed è lecito ritenere che non sia gradita nemmeno dal destinatario.

FINALMENTE?
Sempre sul Giornale (mercoledì 30) e prendendo spunto dalla proposta del cardinale Sepe ai napoletani di prendere in «adozioni non "a distanza", ma "di vicinanza" bambini disagiati, che vivono nei quartieri "a rischio"», un vaticanista prende atto che «finalmente per la Chiesa il "prossimo" siamo noi» e non «i poveri del Terzo Mondo».
Dove mai, nella storia e nell'attualità della Chiesa in Italia, il succitato vaticanista abbia scovato quel «finalmente» davvero è un mistero. Spariti don Bosco, Madre Cabrini, don Orione, don Gnocchi, don Puglisi, don Di Liegro, don Benzi, don Tonino Bello, don Picchi per non citare, a caso, che i primi nomi (solo di preti e suore) che vengono alla mente...

SACRIFICI
«Per non sacrificare milioni di animali non umani» negli esperimenti della ricerca farmacologica - propone su l'Unità (giovedì 31) il professor Maurizio Mori, noto bioeticista laicista " si dovrebbero usare le cellule staminali embrionali umane Si dà il caso che queste ultime si ricavino uccidendo esseri umani in embrione. Preferirebbe oggi, il professor Mori, essere stato sacrificato per la scienza ieri, quand'era un embrione, per salvare qualche animale non umano?