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Giulio Isola. Ora la Bibbia è anche in lingua maya

AA. VV. martedì 13 ottobre 2015
Si sono conclusi dopo un quarto di secolo i lavori di traduzione della Bibbia in lingua maya. La Messa di celebrazione conclusiva a Zinacantán è stata presieduta dal vescovo coadiutore della diocesi di San Cristóbal de Las Casas, Enrique Díaz Díaz, nel campo sportivo della comunità perché la chiesa era troppo piccola per ospitare la celebrazione. La traduzione in tzotzil segue di dieci anni quella in tzeltal, un'altra delle cinquantasei lingue indigene parlate in Messico, che ha fatto da apripista ed è diventata il punto di riferimento per tutte le altre versioni della Bibbia. In questo genere di traduzioni la sfida non è soltanto linguistica: si tratta di “inculturare” le Sacre Scritture nella tradizione india e, per farlo, non basta trasferire i termini da una lingua all'altra. Occorre rendere l'autentico significato di una parola nella prospettiva linguistica e culturale locale, per questo è imprescindibile la partecipazione attiva degli stessi tzotzil.Secondo l'ultimo censimento, il numero di persone che parlano il tzotzil ammonta a trecentocinquantamila persone. Sono tra gli ultimi discendenti diretti degli antichi Maya, la cui civiltà raggiunse l'apogeo tra il III e il X secolo. All'arrivo degli europei, nel XV secolo, i Maya erano già in declino, ma fu la conquista spagnola ad azzerare ogni forma di organizzazione politica e sociale; ai pochi superstiti non restò che un destino di servitù e gli stessi tzotzil furono per secoli usati dagli europei come lavoratori per le piantagioni di caffè e zucchero. Oggi molti emigrano clandestinamente negli Stati Uniti per sfuggire alla povertà del natio Chiapas.