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Olmi: bella sincerità, da approfondire

Gianni Gennari sabato 21 giugno 2008
«Amo Gesù più di Dio, perché mi ha insegnato ad essere un uomo libero». Ieri titolo sul "Corsera" (p. 47) per Ermanno Olmi, con sottotitolo: "Ma la Chiesa spesso ha tradito il Vangelo". La seconda, ammessa da tutti, è vera da 2000 anni, e la prima ha del vero, con quel "più" che richiama la famosa frase di Don Milani che diceva di aver amato i suoi ragazzi più di Dio. Ma va precisata: nella fede cristiana infatti l'unico modo di amare Dio si manifesta autentico nell'amare gli uomini, e chi ama davvero Gesù ama anche i suoi fratelli e il Padre suo. A posto. Ma dentro quello che appare come uno sfogo intimo dell'Olmi di "Cento chiodi" c'è altro. Eccolo: "il mio amore per Cristo è passato attraverso la prova dei dogmi. Uno dei dogmi più tormentati è quello della verginità di Maria. Ma che senso ha preoccuparci di questo?" Se ci pensa bene, Olmi si accorgerà che "il senso", per niente repressivo o antisessuale, è questo: la verginità di Maria, già nel racconto di Luca e poi nella fede cristiana, è il segno che quel "figlio" suo non è solo vero figlio suo e di un uomo come tutti i figli di donna, ma vero figlio suo e Figlio di Dio, piccolo uomo e Verbo eterno "nel quale e in vista del quale tutto è stato creato"(Col. 1, 15-16). Ecco il senso, caro Olmi: quel Gesù che ami e che ti ha amato da sempre, per cui scrivi di averne "sempre sentito il fiato sul collo" è sì un uomo come tutti noi, ma è anche identicamente Dio, perciò liberatore e salvatore di tutti. Pensaci sul serio, e vedrai che "i dogmi" veri, non inventati dai giornalisti o storpiati dai matematici, sono una prova facile da superare. Auguri!