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Olio, campagna a cinque stelle

Andrea Zaghi sabato 30 agosto 2008
Quella in corso sarà ricordata come una campagna a cinque stelle per l'olio di oliva italiano. Certo, mancano ancora due mesi scarsi all'inizio della raccolta vera e propria e tutto quindi potrebbe cambiare a causa del clima, ma i tecnici olivicoli sembrano questa volta essere concordi: buona quantità e ottima qualità sono a portata di mano. Se così sarà, la produzione di olio di oliva potrebbe dare una spinta verso l'alto al grado di fiducia non certo alle stelle che caratterizza l'agroalimentare italiano in questi ultimi mesi, compresso com'è dalla crescita pari a zero dei consumi alimentari.
Partiamo dall'olio di oliva. Stando alle stime dell'Unaprol (il più importante raggruppamento italiano di produttori del comparto) i volumi di raccolto dovrebbero essere in netto recupero rispetto a quelli dei due anni precedenti. Detto in numeri, si parla di un incremento di produzione intorno al 15% rispetto alle 500 mila tonnellate della scorsa campagna, che porterà ad un risultato di oltre 575 mila tonnellate di olio. Oltre a ciò, viene sottolineato, ciò che fa sorridere gli olivicoltori è anche la qualità del prodotto, che al momento non sembra essere interessato da attacchi di parassiti e si presenta in ottime condizioni. Una situazione quest'ultima che, oltre al clima, potrebbe influenzare positivamente l'andamento del mercato, anche dal punto di vista dei prezzi il cui livello rimane sempre appeso al filo sottile dei risultati del gioco fra domanda e offerta. Probabilmente anche per questo, sempre l'Unaprol avvierà nelle prossime settimane un "progetto di filiera" per sfruttare al meglio l'obbligo di porre in etichetta l'origine della materia prima: uno dei traguardi raggiunti dal settore e che, circa dieci anni fa, aveva per questo addirittura scatenato una "guerra dell'olio" con tanto di presidi e blocchi dei principali porti d'importazione. Un conflitto costellato da molte battaglie perse, che alla fine è stato vinto dalla ragionevolezza della tutela della qualità.
Ma, se l'orizzonte dell'olivicoltura pare volgere al bello, così non è per buona parte del resto dell'agroalimentare italiano. Basta pensare, come si è detto, alla condizione generale dei consumi. Secondo le elaborazioni della Coldiretti, nel primo semestre del 2008 gli acquisti alimentari sono rimasti uguali in quantità a quelli dello scorso anno anche se si sono verificate variazioni nella composizione della spesa. Si sono però ridotti i consumi di pane (- 2,5%), carne bovina (- 3,0%) frutta (- 2,6%) e ortaggi (- 0,8%), mentre tornano a salire quelli di pasta (+ 1,4%), latte e derivati (+1,4%) e
di carne di pollo (+6,6%). Se la situazione può essere addebitata all'andamento generale dei prezzi, alle condizioni dei redditi delle famiglie, alla concorrenza di altri prodotti, ciò che conta è tuttavia la ricerca di strategie comuni e condivise per uscire da una crisi che ormai appare troppo lunga. La storia dell'olio di oliva in questi ultimi anni, potrebbe davvero insegnare molto al resto del settore.