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Odoardo Focherini. La forza della fede oltre ogni dolore e privazione

Matteo Liut sabato 6 giugno 2020
Agli occhi di un cristiano tutto conduce all’incontro con Dio: la fede supera anche la coltre di dolore che non di rado copre le nostre vite. E quella del beato Odoardo Focherini fu un’esistenza di speranza, tanto che il 3 agosto 1944 dal buio di un campo di concentramento scriveva alla moglie: “In ogni ora nella preghiera ci ritroveremo anche davanti a Dio per pregarlo di aiutarci, di proteggerci di darci luce e forza, coraggio e fede, di santificare e fruttificare a nostro vantaggio e per i nostri bimbi il nostro dolore”. Focherini era nato a Carpi nel 1907, era cresciuto in Azione Cattolica e aveva sposato Maria Marchesi, con la quale ebbe sette figli. Assicuratore, collaborava con i giornali cattolici come “L’Avvenire d’Italia”. Arrestato per l’aiuto a fuggire dato agli ebrei perseguitati dai nazifascisti, fu internato a Fossoli, Gries, Flossenburg e Hersbruck, dove morì tra il 24 e il 27 dicembre 1944. Altri santi. San Norberto, vescovo (1080/85–1134); beato Bertando di Aquileia, patriarca (1260–1350). Letture. 2Tm 4,1–8; Sal 70; Mc 12,38–44. Ambrosiano. Es 20,1–21; Sal 91; Rm 10,4–9; Mt 28,16–20.