Rubriche

Noi in equilibrio tra gli aeroplani e i paracadute

Marco Voleri giovedì 11 aprile 2024
Sia l’ottimista che il pessimista danno il loro contributo alla società. L'ottimista inventa l'aeroplano, il pessimista il paracadute. George Bernard Shaw La vita è una sinfonia di opposti, una composizione maestosa dove ogni nota – nonostante possa sembrare a volte fuori posto o in contrasto con le altre – ha il suo spazio e il suo momento. In questo grande spartito, ottimisti e pessimisti danzano al ritmo di un dualismo eterno, un pas de deux tra speranza e realtà, tra ciò che potrebbe essere e ciò che è. Gli ottimisti solcano i cieli della fantasia e del progresso, tracciando arcobaleni tra le nuvole e dipingendo l'azzurro con il pennello dell'immaginazione. Inventori, sognatori, volontari, e molti altri. Ecco il puzzle variegato di coloro che vedono nel domani la promessa di un sole radioso, anche quando il cielo è coperto. La loro fede nel futuro è il motore che ha spinto l'umanità oltre i confini del già noto, facendoci osare ciò che una volta era impensabile. Hanno dato, ad esempio, ali alla nostra specie, con l'invenzione di macchine volanti che hanno reso il cielo non più un limite ma un nuovo inizio. Dall'altra parte, i pessimisti sono i custodi della prudenza, i guardiani della saggezza ancestrale che ci insegna a guardare prima di saltare. Sono coloro che tessono paracadute con i fili della cautela, che preparano piani B e salvagente, non per augurarsi il peggio ma per garantirci che, anche di fronte all'inevitabile gravità delle circostanze, potremo atterrare in piedi. Il loro contributo non è meno prezioso di quello degli ottimisti, perché ci ricordano che l'audacia senza riflessione è spesso pericolosa: ogni volo può nascondere una caduta. In questo eterno contrasto, va in scena la vita. Non si tratta di scegliere chi ha ragione e chi torto, perché entrambi sono essenziali al nostro progresso e alla nostra sopravvivenza. L'ottimista che non ascolta il pessimista può facilmente bruciarsi le ali, ma il pessimista che non si lascia mai tentare dal volo può dimenticare il brivido dell'ascensione e la bellezza del mondo visto dall'alto. Ecco, allora, che la vita si rivela un tessuto di molti fili, alcuni tesi verso il cielo, altri ancorati in terra. E noi, tessitori incerti tra questi fili, cerchiamo il giusto equilibrio tra coraggio e cautela, tra innovazione e memoria, tra il desiderio ardente di volare e la necessità vitale di sapere come atterrare. In questo convivono la nostra grandezza e la nostra fragilità: in questo dialogo continuo tra ciò che ci spinge in avanti e ciò che ci trattiene indietro. E, forse, è proprio questo perenne dibattito tra l'essere ottimisti o pessimisti, tra l'inventare aeroplani e il costruire paracaduti, che si nasconde la vera essenza del nostro crescere quotidiano: la capacità di immaginare mondi migliori, pur non perdendo mai di vista la realtà dei mondi che abitiamo. La speranza e la prudenza non sono nemici, ma compagni di viaggio: due facce della stessa medaglia che, insieme, ci portano verso orizzonti sempre nuovi, con la consapevolezza che volare è possibile, ma sapere atterrare è necessario. © riproduzione riservata