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Nessun dubbio: «Playboy» non dà la «miglior vita»

Pier Giorgio Liverani domenica 1 ottobre 2017
«Non passerà a miglior vita»: Libero commenta così (venerdì 29) la morte di Hugh Hefner e Il Fatto Quotidiano dà «L'addio all'inventore del sogno spudorato». E La Stampa riferisce che di lui una figlia diceva che «voleva cambiare il mondo e ci è riuscito». Stiamo parlando del fondatore di Playboy, la rivista tutta dedicata a mostrare le sue "conigliette" – cioè le giovani donne che si lasciavano fotografare e mostrare con pochi centimetri di vestiario, se così può chiamarsi, e spesso senza nemmeno quelli –, che ingolosiva un certo tipo di lettori maschi privi di rispetto per la bellezza femminile.
Con questa attività l'intraprendente Hefner incassava montagne di dollari che (in parte) distribuiva alle odalische del suo harem fotografico. Bisogna riconoscere che la tiratura di Playboy era altissima e grazie a questa – riferisce La Stampa – una delle sue figlie «sosteneva che, in fondo, suo padre aveva aiutato la liberazione delle donne, invece di trasformarle in oggetti».
Al contrario, però, «molte donne lo detestavano come simbolo abietto di maschilismo». Chi scrive queste righe si trova dinanzi a un problema non indifferente sulla citazione iniziale «Non passerà a miglior vita». Il suo significato, infatti, è in due interrogativi. Vuol dire che quella di Hugh Hefner è stata la miglior vita possibile in assoluto in terra e in cielo, oppure che quel pover'uomo non godrà della Misericordia divina?
Nonostante tutto quello che si è letto, nessuno di noi può giudicare. Ci spetta soltanto di cancellare quell'ambigua infelice destinazione e affidare al Giudice che è Padre e Fratello di tutti noi, un figlio che in morte è povero quanto ricco era, discutibilmente, in vita.

CHI SPARA DI PIÙ
Sembra un gioco a chi la spara più grossa. Libero ha scritto (domenica scorsa, firma di un suo redattore) che «l'ultima di Bergoglio è abolire il Vaticano... rifondare la Chiesa... proporsi come papa "Gesù secondo"... scalzare il Fondatore vero, Cristo... correggere Gesù... trasformare la Chiesa... farne una donna di strada alla mercé del mondo... legittimare un attacco finale all'Eucaristia e al sacerdozio...» e così per due intere pagine fitte. Per fortuna mercoledì 27 ha rassicurato gli animi: «Non sarà Francesco a distruggere la Chiesa». Mah...
Il Giornale intervista (venerdì 29) un laico che si vanta: «Noi ribelli siamo già diecimila che vengono da venti Paesi diversi del mondo». E poi conclude: «Il Papa faccia mea culpa».
Il Giorno, moderato, si limita a dire di Francesco che «ha diffuso eresie come Lutero». Davvero?

AVANZI
Il manifesto scrive che in Spagna la «Legge Lgtbi» è «una delle più avanzate al mondo». Se è «avanzata», è da buttare.