Rubriche

Nessun aiuto per i giovani italiani?

Francesco Delzio sabato 20 giugno 2020
Zero risorse per i giovani italiani. Neanche la crisi economica e sociale più drammatica della storia contemporanea ha modificato il pericoloso trend, consolidato nei decenni, del rapporto tra generazioni nel nostro Paese. Come segnala "Orizzonti Politici", un think tank costituito da giovani studenti universitari di politica ed economia, tra le 464 pagine del "Decreto Rilancio" la parola "giovani" compare soltanto nella sezione istruzione e ricerca. Perché all'interno della gigantesca piattaforma di aiuti a famiglie, imprese, liberi professionisti da 55 miliardi di euro definita dal governo, non c'è nessun provvedimento che sia specificamente dedicato al supporto dei nostri ragazzi. Non ci sono sgravi per gli affitti degli studenti fuori sede, ad esempio, né misure per tutelare lo stage o i contratti di apprendistato. Non ci sono neanche provvedimenti per favorire l'accesso al lavoro, come sgravi fiscali o contributivi per le nuove assunzioni di under 35. Nulla di tutto questo, come se la crisi non li riguardasse. Eppure, le generazioni che oggi hanno meno di 40 anni sconteranno più di ogni altra – oggi e domani – gli effetti della crisi da Covid-19: la formazione interrotta e ripresa solo parzialmente online ha messo in luce i digital divide territoriali, il debito pubblico che esplode peserà come un macigno sui lavoratori di domani, il mercato del lavoro che entra in sofferenza sta cancellando soprattutto i contratti a tempo determinato dei giovani lavoratori, costretti già prima dell'arrivo del virus ad affrontare un tasso di disoccupazione giovanile del 28,9% (nel 2019) contro il 14,2 della media europea.
Un altro effetto della crisi, meno evidente, sarà l'aumento ulteriore della dipendenza dei ragazzi italiani dalle loro famiglie. Secondo uno studio Gallup, nel 2007 il 50% dei giovani italiani tra i 15 e i 30 anni dichiarava di essere finanziariamente dipendente dalla propria famiglia. In Danimarca e in Svezia erano rispettivamente solo il 5 e il 6%, in Germania il 26%, in Francia il 30. È giusto aggiungere che alla maggiore dipendenza economica corrispondono tendenzialmente legami familiari più forti e intensi, che costituiscono una delle ricchezze tradizionali della società italiana. Ma la minore capacità di emancipazione dei nostri ragazzi finisce per indebolire la società stessa, diminuendo il tasso di natalità e la possibilità stessa di creare nuove famiglie. La terribile crisi che stiamo vivendo sarà complessa come una corsa ad ostacoli e lunga come una maratona. C'è ancora tempo per rimediare, aiutando i nostri ragazzi ad affrontare il deserto di opportunità e di certezze che si prospetta per loro nei prossimi mesi.

www.francescodelzio.it

@FFDelzio