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Neri: si svela il fratello poeta di Pontiggia

Cesare Cavalleri mercoledì 10 febbraio 2010
La lunga conversazione di Giampiero Neri con Massimiliano Martolini che ha dato luogo al volume Il mestiere del poeta (Cattedrale, pp. 144, euro 15) consente di approfondire la personalità e il metodo di lavoro di un poeta il cui valore e la cui serietà sono anche quantitativamente dimostrati. Neri, infatti, ha scritto relativamente poco (diffidare dei poeti che pubblicano un libro all'anno, compreso l'ultimo Mario Luzi): tutta la sua attività è racchiusa nell'Oscar Mondadori del 2007 (200 pagine in tutto), a cui hanno fatto seguito, nel 2009, le 80 pagine di Paesaggi inospiti. A leggere le pacate e pazienti risposte di Neri all'intervistatore, pare proprio di sentire la sua voce piana e determinata, affabile e pur reticente, come se il poeta, nonostante la volontà di comunicare, non avesse altra risorsa che arroccarsi nel non detto. Perché, con Saint-Exupéry, «le parole sono fatte per confondere». L'intervista, che in appendice offre una preziosa auto-antologia di versi e prose, fa luce su molti aspetti del contesto familiare del poeta: il padre ucciso dai partigiani, la madre intraprendente e portata al teatro, il difficile e intermittente rapporto col fratello minore, lo scrittore Giuseppe Pontiggia, e, per la prima volta, in modo esplicito, la notizia che la sorellina Elena, a cui è dedicata la poesia Prima di cadere, è morta suicida non ancora ventenne. Ecco la poesia per interno: «Prima di cadere/ aveva visto lei che correva,/ la piccola soffriva di un leggero strabismo,/ intorno al tavolo della cucina». Nell'intervista Neri spiega che suo padre, quando venne ferito in Grecia, attraverso il sangue ebbe appunto la visione della figlioletta che correva intorno al tavolo. Siccome i poeti sono officianti dell'unica, medesima poesia, un'analoga situazione era stata descritta da Camillo Sbarbaro, nella poesia Padre, se anche tu non fossi il mio padre, pubblicata in Pianissimo nel 1960. Lì Sbarbaro ricordava il padre che rincorreva intorno al tavolo la figlioletta per punirla di qualche marachella, e che, spaventato dal suo stesso spavento, non poté far altro che abbracciarla: «Tu vacillando l'attiravi al petto/ e con carezze la ricoveravi
tra le braccia come per difenderla/ da quel cattivo ch'eri tu prima». Certo, l'autocommento è sempre importante. Per esempio, la poesia Modello, di un solo verso («Si era pensato di ammansire la tigre con dei sorrisi»), viene interpretata come lo scontro tra generazioni, tra un padre e un figlio, e la tigre sarebbe il figlio. Va bene, ma potrebbe anche essere il contrario e, più in generale, potrebbe alludere allo scontro tra bene e male, tra la montante marea di volgarità globalizzata e chi resta fedele a certi valori senza altra risorsa che l'ironia, eccetera. Insomma, la poesia guadagna sempre a rimanere aperta all'interpretazione del lettore, che vi legge quello che dentro di sé risuona. Non ha alcun interesse sapere chi erano esattamente Cumerlotti e Anghébeni della famosa poesia di Montale. In tal senso, Neri è esplicito su quello che la poesia «fa»: «Prende gli argomenti che più hanno inciso nella memoria, e che affiorano a distanza di tempo, cercando di descriverli. Questo è il procedimento della poesia». E se la poesia è vera, come nel caso di Neri, ciascuno vi coglie risonanze della propria memoria, dei propri avvenimenti. Importante, per capire Neri, il riferimento al cinema, e propriamente all'École du regard. Lo straniamento dell'Anno scorso a Marienbad è lo straniamento dei frammenti di Neri che si compongono, appunto, in Sequenze (cinematografiche). Alla domanda «Lei è cattolico?», Neri risponde: «Sì. Con qualche protesta, diciamo. Ma sì, sono assolutamente cattolico». «Praticante?». «Ecco, c'è stato un periodo particolarmente lungo, durante il quale mi sono staccato dalla Chiesa: non intenzionalmente, voglio dire, ma come portato dagli impegni, dagli ostacoli che la vita fa sorgere intorno alla pratica di un cristiano. In questi ultimi tempi, tuttavia, mi sono riavvicinato alla pratica del cattolicesimo».